A BAGOLINO (Brescia), un paese geograficamente isolato, un CARNEVALE popolare unico e molto suggestivo, che risale al XVI secolo, con “BALARI’” ( Ballerini e Suonatori ) e  “Maschér” ( Maschere ). Le musiche e le danze che ne costituiscono il fulcro, possono ritenersi ,come accenna il Sordi: “… un fenomeno unico in Italia e con pochi equivalenti in tutta Europa che fornisce un esempio impressionante del livello di complessità cui può giungere una civiltà musicale popolare…”.
 

“BALARI’“

I Ballerini e i Suonatori si esibiscono solo il lunedì e il martedì ultimi di carnevale, questo anno 2013 dunque i giorni 11 e 12 FEBBRAIO.

Il CARNEVALE BAGOSSO  inizia ufficialmente LUNEDI' con la S. Messa per i Ballerini delle ore 6,00 ( del mattino, sì … levataccia, dunque ! ) nella Chiesa parrocchiale di San Giorgio. Il primo ballo sarà quello in onore del parroco alla fine della Messa, che offre a casa sua il ristoro di una tazza di brodo bollente e altro ancora…

Il Ballerino si fa notare per il suo fantasioso cappello. Il copricapo di feltro, a cupola bassa, è integralmente ricoperto da metri e metri di nastro rosso ripiegati a regola d’arte e cuciti dalle donne del paese. Sul nastro rosso vengono ulteriormente cuciti  gli ori di famiglia  ( catene, spille, orecchini, anelli ) e quelli presi in prestito dagli amici. “Alcuni vecchi cappelli erano ornati con sonaglietti, specchietti e “méérine”, specie di coralli dorati o argentati che cuciti insieme formavano delle esse o dei cuori”. A sinistra del copricapo, un grande fiocco multicolor alla “bersagliera”, formato da tantissimi nastri colorati.

Sul volto una maschera in tela color avorio cerata all’interno e priva di espressione per mantenere incognita la propria identità.  La maschera è tenuta a posto da un foulard che ricopre testa e collo.

Il costume è il comune abito scuro, con giacca e pantaloni al ginocchio, che i locali portavano durante l’anno e che in occasione del Carnevale viene decorato con abilità  utilizzando fettucce colorate, serpentine o passamanerie cucite in modo da formare diversi ricami. Una fusciacca di seta ricamata, velluto o pizzo a tracolla sulla spalla destra, sul braccio sinistro un nastro o una coccarda, sulle spalle un grande scialle a frange fissato sotto le grandi spalline di cotone bianco con alamari.
Guanti bianchi e calze bianche lavorate a mano, con i 4 ferri a svariati punti maglia, con sottocalze rosse.  Le calze sono fermate al polpaccio con le “sènte” (passamaneria locale tessuta al telaio) con nappe alle estremità, le “mèsoline”. Scarpe nere.

Muovendosi per le suggestive vie di BAGOLINO, sotto la guida di uno o due “Capi Ballerini” eseguono di volta in volta le “ballate scelte” , molto raffinate ed eleganti anche se di tono scherzoso. Il “capo” richiama all’ordine i ballerini suonando la cornetta d’ottone che porta appesa al collo.

I danzatori sono tutti uomini con il volto coperto da maschere uguali. Per distinguere nella danza il ruolo degli uomini, “om” o “capo”, dalle donne “fomle” o “figura”, le maschere femminili portano due macchie rosse dette “pomeì” dipinte sugli zigomi.

I Suonatori che accompagnano i Ballerini sono sei e suonano due chitarre, due violini, un mandolino (introdotto di recente) e un contrabbasso chiamato per scherzo “vèdèl” (vitello). Indossano il costume locale con un “vecchio” cappello con un solo nastro avvolto intorno alla cupola.

Il violino è lo strumento che detta la melodia conduttrice di tutti i motivi. “Il singolare “neniare” degli strumenti porta ad assaporare, in un’alternanza strumentale caratteristica, belle suonate che sono accompagnate dalla tradizionale arte interpretativa, unica nel suo genere, di solito a tre voci: una bassa e due alte. Il suono si ottiene per lo più “pizzicando” le prime due corde mi-la, meno la terza, mai la quarta.”

Il gran finale in piazza il MARTEDI’ GRASSO con l’attesissimo ballo  L’Ariòzè  (L’Ariosa ) con i ballerini disposti in cerchio.

 

 

I “Maschèr” (Le Maschere)
 

La tradizione locale vuole anche il Carnevale offerto dai “Maschèr”, schietta manifestazione di cultura contadina, con carattere popolano di burla. Ben camuffati, i “Maschèr” toccano i genitali delle persone prese di mira, usanza che ricorda antichi rituali di fertilità. Di solito si muovono in coppia, con andatura oscillante e strisciata, travestiti da VECIO e VECIA con costumi tipici locali, e parlano in falsetto per rendersi irriconoscibili.

 

Il costume maschile chiamato “ceviòl” è l’abito in fustagno pesante, per lo più di colore nero o marrone portato dagli avi. Ai piedi gli “sgalbèr”, scarponi locali in cuoio rigido e legno, chiodati in occasione del Carnevale per produrre, durante la camminata, un caratteristico suono che viene evidenziato dalle frequenti “strisciate” sulla strada.


Il costume femminile è formato da “guèrnèl” e “gèdé”, una gonna lunga scura a righe con grembiule, realizzati  in tela grezza tessuta a mano sul telaio. Ai piedi delle donne i “sopèi”, zoccoli con suola di legno. Le calze sono di colore bianco per le nubili, rosso per le sposate e viola per le anziane.

 

I “Maschèr” , aggirandosi per le strade del paese, portano oggetti usati dagli avi nella vita quotidiana: arcolai, forche, “èrchècc” (trappole per uccelli), rastrelli, bastoni, “chèègnòi” (cestelli di vimini), campanacci “ciochè dèlè ache”.

 

“In occasione diversa dal carnevale, sino a pochi decenni fa, i “maschèr” facevano la loro apparizione anche in autunno. I giovanotti del paese usavano mascherarsi in quel periodo poiché era abitudine che tante ragazze andassero “a sèstè” (a ceste), cioè ad aiutare i contadini nei lavori di concimazione dei campi. A sera, per antica tradizione, i giovani si mascheravano e allegramente, anche a costo di tanta strada, si portavano in quelle cascine dove c’erano ragazze da corteggiare. Era un’occasione per scambiare quattro chiacchiere, fare approcci scherzosi e mangiare anche due castagne in padella, in attesa del Carnevale”

 

IL CARNEVALE DI BAGOLINO è ancora oggi una tradizione molto intima. Gli spettatori sono bene accetti a patto che rispettino le usanze locali. Se i “Maschèr” ti palpeggiano i genitali a mo’ di scherzo devi accettare … e ricambiare, magari…. Questo non lo so di preciso !! Io e Mauro ci siamo integrati bene nello spirito della festa e siamo stati accolti nelle case dei locali assieme ai “Balarì” per mangiare e bere e riscaldarci un po’ !!! Grazie ancora a tutti per la generosa accoglienza !!!