Dalla Cappella Paolina del Palazzo Apostolico, al canto delle litanie e del “Veni Creator Spiritus”, i 133 cardinali elettori – guidati dal card. Pietro Parolin, che presiede il Conclave – si recano in processione nella Cappella Sistina per emettere il giuramento di segretezza con cui di fatto il CONCLAVE entra nel vivo, dopo la messa “pro eligendo Pontifice” presieduta in mattinata dal card. Giovani Battista Re, decano del Collegio cardinalizio.
Il PALAZZO APOSTOLICO del Bramante è l'unica residenza papale dalla presa di Roma del 1870, anno prima del quale esistevano diversi palazzi dei Papi, dal Quirinale al Laterano. Il Palazzo è molto complesso e comprende anche i Musei vaticani, la Biblioteca, numerose cappelle e un migliaio di stanze che ospitato molti uffici, compresi quelli non direttamente collegati al Papa.
Dal Palazzo Apostolico ogni domenica si affaccia il Papa per il tradizionale Angelus.
Il lato meridionale della Sala Regia che porta nella Cappella Paolina
La realizzazione della Cappella Paolina si deve a papa Paolo III, eletto nel 1534; lo scopo era quello di edificare una cappella palatina "parva" (piccola) per custodire il Santissimo Sacramento, da affiancare alla cappella "magna" : la Cappella Sistina costruita dal pontefice Sisto IV.
Appena concluso il Giudizio universale nella Cappella Sistina, Paolo III incaricò Michelangelo, ormai ultrasessantenne, di decorare la cappella con affreschi e storie dei primi apostoli; l'artista lavorò all'opera lentamente, per quanto gli era possibile tra acciacchi e impedimenti e l’attività in contemporanea per il progetto architettonico e scultoreo per la tomba di Giulio II, terminata nel 1545.
Michelangelo dipinse per la Paolina due affreschi:
la Conversione di Saulo, realizzato tra il 1542 e il 1545
la Crocifissione di Pietro, realizzato tra il 1546 e il 1550
Fino al 1670 la Cappella Paolina venne utilizzata durante il conclave per raccogliere i voti.
EXTRA OMNES . FUORI TUTTI
Mentre i 133 Cardinali elettori del CONCLAVE 2025 sono chiusi nella Cappella
Sistina per proclamare il 267° successore di Pietro, è impossibile non pensare a
Viterbo, la città dei papi dove nacque il termine stesso conclave (dal latino cum
clave, "chiuso a chiave") in occasione del lunghissimo conclave del 1268-1271.
Viterbo, Palazzo dei papi, Sala del conclave
Dopo la morte di Clemente IV, i cardinali riuniti a Viterbo non riuscivano a trovare un accordo, paralizzati da forti divisioni tra le fazioni francesi e italiane del sacro collegio. Passarono 1006 giorni, quasi tre anni, senza elezione, con le pressioni della città che furono sempre più forti. Viterbo soffriva l'assenza di un pontefice, sia per la dimensione spirituale che per la perdita di prestigio e benefici economici. Il popolo, esasperato, decise di chiudere a chiave i cardinali nel palazzo dei papi, riducendone anche il vitto a pane e acqua e limitandogli le comodità. Il podestà, inoltre, fece rimuovere il tetto del palazzo, per esporre i cardinali alle intemperie e accelerare l'elezione. Fu un gesto disperato e radicale, ma efficace.
Viterbo, Palazzo dei papi, Sala del conclave, resti di affreschi del XII secolo
A Viterbo è nato anche il primo caso di "fumata", sebbene non ancora ritualizzata come oggi. Il moderno rituale della fumata bianca o nera per comunicare l'esito delle votazioni papali si è affermato solo nel XX secolo: ufficialmente dal 1903 e stabilmente dal conclave del 1914. Durante il conclave del 1268-1271, però, la popolazione e le autorità, ansiose di conoscere l'esito delle votazioni o almeno lo stato dell'elezione, cercavano segnali visivi provenienti dal palazzo dei papi. I cardinali, segregati e costretti a trovare modi rudimentali per comunicare, usavano il fumo derivato dalla combustione di fogli, paglia o legna, spesso come gesto simbolico. Alcuni storici suggeriscono che venissero bruciati i voti inutilizzati o i biglietti delle votazioni, rendendo visibile l'avvenuto scrutinio anche all'esterno.
Nel settembre del 1271 si giunse finalmente all'elezione di Teobaldo Visconti, pur non essendo nemmeno cardinale. Prese il nome di Gregorio X, che fu l'artefice delle regole moderne del conclave, codificandole nel 1274 durante il Concilio di Lione II. Il conclave del 1268–1271 rivelò tutta la fragilità e l'inefficienza del processo elettivo papale fino ad allora ed era diventato fondamentale riformare radicalmente il sistema per evitare altri stalli simili.
Viterbo, Palazzo dei papi, Loggia delle benedizioni
La costituzione apostolica Ubi periculum è un documento fondamentale nella storia del diritto canonico ed è stata recepita in gran parte anche dal Codice di Diritto Canonico attuale, pur con modifiche successive (soprattutto nel XX secolo). Ha introdotto per la prima volta le regole base del conclave moderno, alcune delle quali ancora oggi valide: segregazione dei cardinali e divieto assoluto di comunicare con l'esterno fino all'elezione, scrutinio segreto e votazione quotidiana (anche se non ancora con le modalità attuali). Queste norme avevano uno scopo preciso: impedire le interferenze esterne (politiche, familiari, cittadine) e accelerare l'elezione.
Viterbo è stata sede papale per circa 24 anni, tra il 1257 e il 1281.
Ben cinque papi sono stati eletti qui: Alessandro IV, Urbano IV, Clemente IV, Gregorio X e Giovanni XXI.
Nel 1280-81 si è tenuto un altro conclave tormentato, quello che elesse Martino IV. Durante questa elezione il popolo viterbese è intervenuto fisicamente cacciando due cardinali influenti, ritenuti ostili all'elezione. Questo gesto ha provocato lo spostamento definitivo del conclave da Viterbo a Roma.
8 MAGGIO 2025 : HABEMUS PAPAM
La quarta fumata è bianca: è stato eletto il nuovo Pontefice al quarto scrutinio
Poco dopo le 18, si leva fumo bianco dal comignolo sulla Cappella Sistina: è l'annuncio dell'elezione del nuovo Papa, nel secondo giorno di votazioni, al quarto scrutinio
Suonano a festa le campane delle chiese di Roma
Piazza San Pietro gremita …
Folla in Via della Conciliazione ...
Grande attesa per l’annuncio …
Il nuovo papa è lo statunitense Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome di Leone XIV. È stato eletto nel secondo giorno di votazioni, dopo il quarto scrutinio.
Le prime parole di Leone XIV: < La pace sia con tutti voi >
Elezione nuovo Papa: la banda della Gendarmeria e Guardie Svizzere
L'omaggio delle forze armate italiane
Papa Leone XIV ha già tanti primati: è il primo Papa statunitense (con cittadinanza peruviana), è il primo Papa agostiniano, è il primo Papa che ha letto il primo discorso al mondo dalla Loggia di San Pietro ed è anche il primo Papa laureato in matematica.
Robert Francis Prevost, infatti, si è laureato in Matematica nel 1977 alla Villanova University, in Pennsylvania, unica università cattolica agostiniana degli Stati Uniti. Vi è entrato dopo aver studiando nel Seminario minore dei Padri agostiniani. Studia anche Filosofia e il 1° settembre dello stesso anno, a Saint Louis, entra nel noviziato dell'Ordine di Sant'Agostino (Osa), nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio di Chicago. Il 29 agosto 1981 pronuncia i voti solenni e l'anno successivo, il 19 giugno viene ordinato sacerdote, portando con sé la sua altissima preparazione scientifica. Accanto a questa, Prevost ha anche un'alta formazione filosofica e teologica. Ma è la laurea in Matematica che, forse, è stato un elemento in più perché i cardinali lo scegliessero per diventare Papa: in un'epoca che sarà sempre più dominata dall'intelligenza artificiale e dalla bioetica, una formazione scientifica può sempre tornare utile.
Originario di Chicago e missionario in Perù, il neo-Papa Robert Francis Prevost rappresenta la sintesi tra il Nord e il Sud del continente americano, attenzione verso gli emarginati e nessun timore di criticare il potere, come è accaduto appena tre mesi fa con il vicepresidente Usa, JD Vance, sulle politiche anti-migranti. Bergogliano moderato Leone XIV potrà essere il nuovo collante di una Chiesa sempre più in cerca di unità che vuole costruire ponti per la pace, perseguire il dialogo e accogliere tutti.
Oltre all'inglese, parla correntemente lo spagnolo, l'italiano, il francese e il portoghese, oltre a saper leggere il latino e il tedesco.
Nato il 14 settembre 1955 a Chicago, Illinois, da madre di origini spagnole e padre di origini francesi e italiane, Prevost ha studiato teologia presso la Catholic Theological Union di Chicago e in seguito ha conseguito ulteriori titoli accademici presso la Pontificia Università di San Tommaso d'Aquino a Roma. La sua vocazione missionaria lo ha portato in Perù, dove è rimasto dal 1985 al 1998 tra Chulucanas e Trujillo, quando è tornato a Chicago , dove è stato eletto priore provinciale della Provincia Agostiniana del Buon Consiglio.
Nel 2001 è diventato priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, carica che ha mantenuto fino al 2013. La sua leadership, caratterizzata da uno stile collegiale e aperto al dialogo, ha rafforzato l’unità dell’Ordine a livello mondiale, visitando numerosi Paesi e promuovendo la comunione tra le diverse realtà agostiniane.
Il ritorno in Perù e l’episcopato
Il 3 novembre 2014, Papa Francesco lo ha nominato amministratore apostolico di Chiclayo, in Perù, elevandolo alla dignità episcopale. È diventato vescovo diocesano nel 2015, guidando quella Chiesa locale con spirito missionario e attenzione alla formazione del clero. Il suo impegno si è rivolto anche alla promozione della giustizia sociale e alla difesa dei diritti dei più deboli, consolidando un legame profondo con la comunità peruviana.
Membro della Congregazione per il Clero (2019) e della Congregazione per i Vescovi (2020), Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina (30 gennaio 2023), il 30 settembre 2023 è nominato da Papa Francesco Cardinale della Diaconia di Santa Monica.
< Un cammino diversificato, con tante esperienza pastorali in giro per il mondo. Insieme alla mitezza e all’umiltà, sono queste le caratteristiche del suo servizio. Un uomo lontano dalla ribalta > le parole dell’Arcivescovo di Reggio Emilia Giacomo Morandi.
Il nome LEONE : una scelta piena di significati
Leone I, detto anche Leone Magno (Toscana, 390 circa – Roma, 10 novembre 461), è stato il 45º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica.
Anno 452 d.C.: la Penisola italiana trema di fronte agli Unni, capitanati da Attila. Gran parte del settentrione è già caduto in mano all’invasore. Le città di Aquileia, Padova e Milano sono state conquistate, saccheggiate, rase al suolo. Ora Attila prosegue la sua corsa, è vicino Mantova, sul fiume Mincio. Ed è lì che la Storia si ferma e si forma: Leone Magno, eletto Papa dodici anni prima, si pone a capo di una delegazione di Roma, incontra ad Attila e lo dissuade dal proseguire la guerra di invasione.
La leggenda – ripresa poi da Raffaello negli affreschi delle “Stanze Vaticane” – narra che il capo degli Unni si ritiri dopo aver visto apparire, alle spalle di Leone, gli Apostoli Pietro e Paolo, armati di spada.
Tre anni dopo, nel 455, è ancora il “Papa Magno”, benché disarmato, a fermare alle porte di Roma i Vandali d’Africa, guidati dal re Genserico. Grazie al suo intervento, la città viene sì saccheggiata, ma non incendiata. Restano in piedi anche le Basiliche di San Pietro, San Paolo e San Giovanni, nelle quali trova rifugio gran parte la popolazione, che ha salva la vita.
Saint Leo Magnus (pope Leo I) - Francisco de Herrera el Mozo (1622-1685), Prado Museum, Madrid, Spain
Papa Leone XIII (in latino: Leo PP. XIII, nato Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci; Carpineto Romano, 2 marzo1810 – Roma, 20 luglio1903) è stato il 256º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 20 febbraio 1878 fino alla morte.
È ricordato nella storia dei papi dell'epoca moderna come pontefice che ritenne che fra i compiti della Chiesa rientrasse anche l'attività pastorale in campo sociopolitico.
Leone XIII il papa della «Rerum Novarum»
È sepolto in Santa Maria Maggiore ed è ricordato per il suo lungo pontificato (morì a 93 anni) e il grande impegno nella dottrina sociale della Chiesa, in particolare con l'enciclica «Rerum Novarum» del 1891, che affrontava le questioni legate ai diritti dei lavoratori e alla giustizia sociale.
Fu anche il primo papa dopo mille anni a non esercitare il potere temporale, per la recente unificazione italiana. Durante il suo pontificato scrisse 86 encicliche, promuovendo il dialogo con il mondo moderno e il rilancio culturale della Chiesa.
LONGINQUA OCEANI - EPISTOLA ENCICLICA DI SUA SANTITÀ LEONE PP. XIII
Ai Venerabili Fratelli Arcivescovi e Vescovi degli Stati Confederati dell’America Settentrionale. Lettera per l’Unità degli Stati d’America
LEONE - religioso italiano (fl. XIII secolo) . Fu prete presso Viterbo, poi tra i compagni della seconda ora di Francesco d'Assisi.
Sebbene non fosse uno dei dodici compagni originari di Francesco d'Assisi, frate Leone fu uno dei primi ad unirsi a lui dopo l'approvazione della prima Regola dei Frati Minori (1209-1210) e forse era già sacerdote. Col tempo divenne confessore e segretario di Francesco, e dal 1220 circa fino alla morte di Francesco fu il suo compagno costante: era con Francesco quando quest'ultimo si ritirò a Fonte Colombo vicino a Rieti nel 1223 per riscrivere la regola dell'ordine, e lo accompagnò nel suo successivo viaggio a Roma per chiederne l'approvazione. L'anno seguente, Leone era presente sul Monte della Verna quando Francesco ricevette le stimmate. Francesco lo chiamava "Pecorella di Dio" per la semplicità e la tenerezza di Leone. Leone assistette Francesco durante la sua ultima malattia.
La lettera a frate Leone è un testo autografo di Francesco d'Assisi che inizia con questa frase :
< Frater Leo, frater Francisco tuo salutem et pacem >
< Fratello Leone, il tuo fratello Francesco ti augura salute e pace! >
Nel bosco sacro dell’Eremo delle Carceri nei pressi di Assisi un gruppo di tre statue di bronzo, realizzate da F. Bacci, rappresentano Francesco, Leone e Ginepro mentre ammirano il cielo.
Leone, un erudito (in basso a sinistra) traccia sul terreno il grande e il piccolo carro.
Dopo aver identificato l’Orsa Maggiore considera le ultime due stelle opposte alla coda e misura la loro distanza tra il pollice e l’indice. Poi riporta questa distanza per cinque volte in linea retta in modo da individuare la posizione della Stella Polare.
Ginepro (in piedi a sinistra), in modo semplice e ingenuo indica la Stella Polare, il faro per trovare la direzione, un punto di riferimento sicuro.
Francesco contempla estasiato la notte splendente, incurante di calcoli o della ricerca di qualche stella. Resta sdraiato adagiato sul terreno completamente assorbito dalla bellezza del firmamento, immerso nel flusso dell’amore universale. Il cappuccio del suo saio ha preso la forma della luna a testimoniare l’empatia con il creato e l’armonia con tutte le cose.
< La pace sia con tutti voi > le prime parole di Leone XIV
9 MAGGIO - Alle 11 celebrazione della messa con tutti i cardinali (elettori e
non) nella Cappella Sistina
Auguri a Papa Leone XIV !!
© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati