GALLO     PIPISTRELLO     GAZZA     CIGNO      CORVO

ELEFANTE   RINOCERONTE :

ecco i protagonisti di storie curiose portoghesi, tra mito e realtà.



BARCELOS è famosa per i suoi coloratissimi GALLI in terracotta, legno e sughero divenuti il simbolo del Portogallo.

 

GALLO Barcelos



Da Barcelos passava uno dei tanti cammini percorsi dai pellegrini nel Medio Evo per raggiungere la vicina Santiago de Compostela. Narra la leggenda che un pellegrino incolpato di aver commesso un grave furto e condannato a morte, implorò di essere condotto dinanzi al giudice per discolparsi …

< Tu sei innocente come è vero che questo pollo arrosto può ancora cantare > sentenziò il giudice che stava pranzando. Miracolosamente si udì un sonoro chicchirichì e l’uomo si salvò dalla forca.



PIPISTRELLI in biblioteca

A COIMBRA fiore all’occhiello della Velha Universidade è la Biblioteca joanina fondata nel 1717 da Dom Joao V. Gioiello barocco in legno dall’effetto marmorizzato con decorazione a motivi cinesi, foglie d’oro, imponenti soffitti affrescati ed elaborati trompe-l’oeil. 3 saloni, ciascuno di colore diverso : nero, rosso, verde. Non passano inosservati gli enormi tavoli di legni pregiati coperti da teli in cuoio a protezione di certi escrementi …

 

 

PIPISTRELLO biblioteca-joanina-2



Ebbene sì, i PIPISTRELLI hanno campo libero in biblioteca per proteggere i rari e preziosi volumi dai parassiti …

 

 

PIPISTRELLO biblioteca joanina





GAZZE a Paco real

Nel centro di SINTRA spicca il Palacio nacional voluto da Dom Joao I nel XIV sec., sormontato da due enormi camini conici delle cucine.


Sala das Pegas – Il nome fa riferimento alla pittura del soffitto, considerata la più antica del palazzo : 136 GAZZE che reggono uno striscione con la scritta por bem – nulla di peccaminoso, le parole di re Giovanni I - Giovanni dAviz detto il Buono o il Grande - alla moglie, la regina Philippa.

 

La rosa che le GAZZE portano nelle zampe allude al casato inglese dei Lancaster al quale appartiene la regina. Por bem era il motto del marito D. João I.

 

GAZZE IMG 7199

 

 

GAZZE sintra-national-palace-magpies-room



La leggenda narra che D. João I (1357-1433) volle una stanza decorata con tante gazze quante erano le dame di corte che scambiavano pettegolezzi sui suoi presunti amori con una ragazza della servitù.



La Sala dos Cisnes evoca il matrimonio reale dell’Infante D. Isabel de Portugal con

Filippo di Borgogna il Buono nel 1430. Il soffitto è suddiviso in pannelli ottogonali

decorati con CIGNI.

 

CIGNO IMG 7192

 

 

CIGNO sintra-national-palace-swans-room

 





Nello stemma di LISBONA la nave che trasportò i resti mortali di san Vincenzo

dallAlgarve a Lisbona nel 1173 è governata a poppa e a prua da due CORVI che

vegliano sulle reliquie del santo.

 

 

 

CORVI Crest of Lisboa

 

L’arcidiacono spagnolo fu martirizzato e sepolto a Valencia. Nel 711 iniziò il girovagare della sua salma fino all’arrivoal Promontorio di Sagres.

La scogliera alta 75 metri a picco sull’oceano che poi prese il suo nome - Cabo de São Vicente - nel Medioevo si riteneva fosse la fine del mondo.



Promontorio di Sagres - In epoca romana era considerato un luogo consacrato a Saturno, conosciuto come il Sacrum promontorium, da cui deriva oggi il nome.
Durante l’Alto Medioevo, i cristiani iberici ripresero il valore simbolico del luogo legandolo al culto di São Vicente con l’istituzione dell’Igreja do Corvo e del santuario annesso, che divennero nel tempo meta frequente di pellegrinaggi.


Con l’intensificarsi dei traffici commerciali, il Promontorio di Sagres divenne nel XV secolo il quartier generale del principe Enrico il Navigatore per i suoi progetti di espansione marittima; un luogo chiave dell’era delle scoperte che segnò la crescita della cultura, della scienza, dell’esplorazione e del commercio europei sia verso l’Atlantico che verso il Mediterraneo.



CORVI promontorio  sagres



Il Cabo de São Vicente con le sue scogliere verticali alte fino a 75 metri ha sempre rappresentato un punto di riferimento per i naviganti e sulla sua sommità ospita un faro costruito nel 1846.

Menzionato dal geografo greco Strabone nellantichità come fine della terraferma conosciuta, il capo fu in realtà abitato fin dal Neolitico e oggetto di particolare devozione (menhir). Dai greci fu chiamato Ofiussa (luogo dei serpenti), mentre dai romani Promontorium Sacrum. Solo più tardi fu dedicato a San Vincenzo di Saragozza, patrono dei marinai, il cui corpo martoriato si sarebbe arenato, secondo la leggenda, nei pressi del capo.

 

CORVI Cabo sao Vicente

 



La Igreja do Corvo era un santuario mozarabico (appartenente o riconducibile alla civiltà e cultura dei cristiani sotto il dominio musulmano) divenuto importante centro di pellegrinaggio.

Riferiscono cartografi arabi del XII sec. che la chiesa era a sette miglia di distanza da Capo St. Vincent nei pressi di Sagres.

La chiesa - un grande edificio a forma di cupola - era di fronte al mare e nelle sue vicinanze sorgeva una moschea, entrambi templi di pellegrinaggio locali.

Secondo la leggenda, il corpo di S. Vincenzo, martirizzato a Valencia per ordine di Publio Daciano, legato dellimperatore romano Diocleziano, era stato spostato via mare a Sagres quando Valencia venne assediata da Abd al. Si diceva che fosse stato accompagnato da alcuni corvi rimasti poi a sorvegliare il santuario, conosciuto anche tra i Mori come Igreja do Corvo (in arabo Kanisat al-Gurab).



Lassedio di Lisbona del 1147 fu una delle poche vittorie cristiane durante la Seconda Crociata ed è considerata una battaglia cruciale della più estesa Reconquista.



Fuori dalle mura cittadine, nel luogo dove i crociati erano morti nella lotta contro i mori, venne fondato nello stesso anno il monastero di São Vicente de Fora per volere di Afonso Henriques o Conquistador, primo Re del Portogallo dal 1139 fino alla sua morte.



Nel 1150, tre anni dopo aver riconquistato Lisbona sottraendola ai Mori, Alfonso I del Portogallo fece costruire una cattedrale per il nuovo vescovo di Lisbona - il crociato inglese Gilberto di Hastings - sul terreno di una vecchia moschea.

è labbreviazione di sede episcopalis, cioè sede vescovile.



Nel 1173 Dom Afonso Henriques volle procurare alla città di Lisbona reliquie che potessero far accorrere tanti pellegrini come a Santiago de Compostela.

Venuto a conoscenza degli antichi pellegrinaggi alla Igreja do Corvo, fece riesumare e trasportare il corpo di São Vicente a Lisbona.

Narra al leggenda che nella traversata via mare della salma dissotterrata dal Promontorio di Sagres, la nave fu sorpresa da una tempesta … riuscì ad arrivare incolume sulla costa seguendo la rotta di volo di due CORVI che erano a bordo.

Nel medioevo i marinai si fidavano ciecamente del senso di orientamento dei pennuti neri al punto di liberarli quando dovevano toccar terra per seguirne la rotta.

Sbarcarono segretamente la notte del 15 settembre 1173 e depositarono la reliquia nella Igreja de Santa Justa (Igreja de São Domingos).

Il trasporto al monastero di São Vicente de Fora - che dipendeva direttamente dal re con l’influenza dei crociati rimasti a Lisbona - fu impedito dal Vescovo che volle le reliquie in cattedrale, la Sé Patriarcal, sopra all’altare maggiore, per dimostrare l’importanza riservata al nuovo culto.

Per ricompensare il convento il re inviò altri emissari al Promontorio di Sagres con la speranza di recuperare altri resti del santo. Furono trovate le assi di legno della bara - Tabua do caixao.

All’epoca del terribile terremoto (1755), São Vicente fu eletto santo patrono di Lisbona e

gli furono attribuiti i CORVI che entrarono nel simbolo araldico della città.

 

 

 

CORVI Crest of Lisboa

 

 

 

ELEFANTE Annone in Vaticano

Il modo di dire “fare il portoghese” nacque proprio a seguito del dono di un ELEFANTE a Papa Leone X da parte del re Manuel I di Portogallo.



Nel periodo delle grandi scoperte marittime in Portogallo e di conseguenza in tutta Europa arrivavano spezie, oro, perle, legno, pietre preziose e animali esotici.

Per impressionate il nuovo Papa dell’epoca, Leone X (Pietro Giovanni di Lorenzo de’ Medici), nel 1513 D. Manuel I inviò un’ambasciata con diverse offerte tra cui il famoso elefante Annone coperto da velluto con un forziere sul dorso.

Il corteo portoghese arrivò a Roma il 12 marzo del 1514 e fu ricevuto dal Papa il 20 marzo a Castel Sant’Angelo. Arrivato dinanzi il trono papale, Annone si inginocchiò tre volte strofinando la proboscide sulle pantofole del Papa e poi prese dell’acqua da un secchio e la spruzzò su tutti : cardinali, Papa e popolo presente compresi.

< L’elefante risveglia ricordi provenienti da un passato antico, quando la vista di animali del genere era frequente in questa città > scrisse Papa Leone X nella sua lettera di ringraziamento.

Il Pontefice, per mostrare la sua riconoscenza per il singolare dono, concesse all’Ambasciatore Portoghese (ed al suo seguito) il privilegio di essere ospite della città di Roma. Qualsiasi Teatro, Osteria, Albergo sarebbero stati completamente gratuiti soltanto dichiarando la nazionalità portoghese. Ovviamente molti Romani non si lasciarono sfuggire la ghiotta occasione …



A differenza di come poi è stato dipinto e disegnato, Hanno o Annone (così chiamato in onore del famoso generale cartaginese) era un elefante piccolo e albino di quattro anni, ben ammaestrato, proveniente dall’isola di Ceylon, l’attuale Sri Lanka.

Divenne subito la mascotte del Papa che gli fece costruire una stalla nel giardino del Belvedere in Vaticano.

L’elefante, accompagnato da un addestratore indiano, fu ben presto protagonista di tutte le feste e di tutte le processioni.



Annone in uno schizzo di Raffaello Sanzio         ELEFANTE Annone Raffaello

L’elefante e la sua storia sono stati immortalati sia nella pittura che nella scultura dell’epoca.

 

 

ELEFANTI reali a Belém, il sobborgo di LISBONA dal quale salpavano i grandi navigatori

Da qui Vasco da Gama partì per le Indie nel 1497. L’imponente Mosteiro dos Jeronimos e la Chiesa adiacente furono costruiti per celebrare il suo ritorno dal primo viaggio nel 1498, a seguito del voto fatto dal re del portogallo Emanuele – D. Manuel I. Il fatto che le spezie importate bastarono a finanziarne la costruzione fu probabilmente una felice coincidenza.

Portale della chiesa alto 32 m splendidamente lavorato con la figura di Enrico il navigatore. Fu progettato dallo spagnolo Joao de Castilho che assunse la direzione dei lavori della chiesa nel 1517. Interno ricco e sorprendente con elementi marinari tipici dell’architettura manuelina. Le colonne ricordano palme giganti che si aprono a ventaglio su un soffitto che sembra una giungla.

 

                  E P1500266

 

 

E P1500274

 


Nel periodo delle grandi scoperte ammirazione e sorpresa destavano gli animali esotici che arrivavano in dono ai reali.

Sorprende l’abside della cappella maggiore realizzata su progetto di Diego Torralva nel 1527 in stile rinascimentale.

Appoggiati su coppie di ELEFANTI i monumenti funebri delle coppie reali Manuele I e Maria di Aragona oltre che del figlio Giovanni III con Caterina d’Asburgo.




E IMG 2536

 

Sepolcro reale nella cappella laterale

 


La Torre de Belém in tipico stile manuelino fu edificata al centro del fiume per difendere la foce del Tago e inaugurata nel 1520. Il terremoto del 1755 deviò il corso del fiume. E’ stata realizzata una vasca affinché l’acqua attorni ancora la torre …

Incuriosisce una testa di RINOCERONTE che sbuca da sotto una mensola …



RINOCERONTE Torre-Belem 2



GANDA - il rinoceronte indiano che nel ‘500 attraversò il mondo conosciuto

Il 20 maggio 1515 la nave portoghese Nossa Senhora da Ajuda con un carico di spezie e rarità provenienti dall’India attraccò a Belém - avamposto difensivo e porta di accesso alla città dove si stava costruendo la iconica Torre.

Capitanato da Francisco Pereira Coutinho, il vascello partito da Goa aveva attraversato l’Oceano Indiano, doppiato il Capo di Buona Speranza e solcato l’Atlantico non soltanto per trasportare materie prime pregiate da rivendere sui mercati europei, ma soprattutto per trasportare un dono preziosissimo che il re di Gujarat aveva inviato al sovrano Manuel I, per mezzo del viceré di Goa Alfonso Albuquerque.

Il RINOCERONTE era infatti al tempo un rarissimo e sconosciuto animale. 

La testimonianza più evidente dello sbarco di Ganda in Portogallo è probabilmente il “Rinoceronte di Dürer”, un’incisione su legno del 1515 eseguita dall’artista tedesco Albrecht Dürer.

Dürer non raffigurò Ganda in modo anatomicamente corretto per il semplice fatto che non riuscì mai ad osservare di persona l’animale: per effettuare la sue incisione si basò su una dettagliata descrizione ricevuta tramite la lettera di un tipografo moravo, Valentim Fernandes, che osservò il rinoceronte poco dopo il suo arrivo in Europa.

 

RINOCERONTE Ganda Durer



< Ha il colore della tartaruga maculata ed è quasi interamente ricoperto da squame spessissime. Ha le dimensioni di un elefante, ma ha gambe più corte ed è quasi invulnerabile. Ha un forte corno appuntito sulla sommità del naso che affila sulle pietre. È l’acerrimo nemico dell’elefante. L’elefante ha paura del rinoceronte, quindi, quando i due si incontrano, il rinoceronte carica con la testa tra le gambe anteriori al fine di squarciare il ventre dell’elefante, che non può difendersi. Il rinoceronte è così ben corazzato che l’elefante non gli può fare alcun danno. Si dice che il rinoceronte sia veloce, impetuoso e astuto >

Nella sua Naturalis Historia, Plinio il Vecchio aveva contribuito a propagare per secoli il mito che tra elefanti e rinoceronti non corresse buon sangue …

Manuel I presentò Ganda al suo popolo con un roboante spettacolo: in quella che attualmente è Praça do Commercio, allestì palchi per il pubblico e lo fece combattere con il suo elefante che, per non smentire Plinio, ebbe la peggio. 

Ganda rimase per un po’ nei giardini reali facendo bella mostra di sé fino a quando Manuel I decise di inviarlo come magnifica offerta a Leone X, a Roma. D’altronde, non era un atto unico: in precedenza, il re del Portogallo aveva mandato l’ELEFANTE Annone al pontefice, divenuto in breve una celebrità. Gli animali esotici procuravano non pochi benefici politici. 

Stavolta, però, le cose non andarono per il verso giusto. La nave, dopo una sosta non prevista nei pressi di Marsiglia per far ammirare il rinoceronte al re Francesco I di Francia, fu colta da una tempesta nel golfo di La Spezia e naufragò. Il povero Ganda, incatenato in stiva, non poté salvarsi. 

Anche Raffaello con la sua bottega volle dire la sua su quell’eccentrico  soggetto di cui si favoleggiava.

E negli affreschi delle Logge Vaticane, nel riquadro con la Creazione degli animali

(1518-19), compaiono sia il RINOCERONTE che mai giunse a Roma, sia un

ELEFANTE, senza dubbio Annone.

 

RINOCERONTE ELEFANTE raffaello Logge vaticane

 



ELEFANTE e CAVALLO nel monumento equestre di Giuseppe I re del Portogallo

 

 

C IMG 8181

 

 

                 C IMG 8182

 

La Praça do Comércio a LISBONA, affacciata sul Tago, è ancora comunemente conosciuta come Terreiro do Paço poiché qui si ergeva il Palazzo della Ribeira, distrutto dal grande terremoto del 1755.

Allo sviluppo urbano delle sponde del fiume (le Ribeiras) fu dato un forte impulso agli inizi del Cinquecento, soprattutto quando re Manuele I del Portogallo vi costruì una nuova residenza reale - il Palazzo della Ribeira - al di fuori delle mura cittadine.

Larea era già sviluppata con gli edifici di un porto, le strutture per la costruzione di navi (la Ribeira das Naus), la Casa da Índia e altre strutture amministrative che regolavano il commercio tra il Portogallo e altre le altre parti dellEuropa e le sue colonie in Africa, Asia e America.



Il 1°novembre del 1755, durante il regno di Giuseppe I, un grande terremoto seguito da uno tsunami e da un incendio distrusse gran parte di Lisbona, compreso il Palazzo della Ribeira e altre costruzioni lungo il fiume.

Il marchese di Pombal, primo ministro del re, coordinò unimponente opera di ricostruzione in nome dello spirito illuminato dellepoca. Il Palazzo Reale non fu ricostruito e alla piazza fu data una disposizione regolare e razionale in linea con i canoni della ricostruzione della nuova Baixa Pombalina.

 

 

C IMG 2653




Al centro della piazza spicca il monumento equestre di Giuseppe I re del Portogallo inaugurato nel 1775.

Questa statua in bronzo, la prima statua monumentale dedicata a un Re in Lisbona, fu realizzata da Joaquim Machado de Castro, il più famoso scultore portoghese dellepoca.

Nel sottostante medaglione è raffigurato il Marchese di Pombal.

Nel basamento le personificazioni di Fama ( con tromba, corona di alloro, ELEFANTE )

e Vittoria (con palma, corona di alloro, CAVALLO ).

 

 

CE P1500332

 



CAVALLI a Praça do Império - Belém




C IMG 2564

 

 


ANIMALI FANTASTICI nelle sculture in sabbia lungo il Tago a Lisbona

 

AF IMG 2666

 

 

AF P1500350

 

 

AF P1500349





Reportage fotografico by Mauro DRAGONI e Barbara CARICCHI

© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati