IMMUNITA’ DI GREGGE nel glossario della Fondazione Umberto Veronesi
Con l’espressione immunità di gregge, o immunità di gruppo, si intende quel fenomeno per cui, una volta raggiunto un livello di copertura vaccinale (per una determinata infezione) considerato sufficiente all’interno della popolazione, si possono considerare al sicuro anche le persone non vaccinate.
Il motivo è chiaro. Essere circondati da individui vaccinati e dunque non in grado di trasmettere la malattia è determinante per arrestare la diffusione di una malattia infettiva.
La soglia minima dell’immunità di gregge varia a seconda dell’infezione infatti i vari patogeni hanno differenti indici di contagiosità. Ma per le infezioni più diffuse, contro cui si vaccina, è possibile considerare al sicuro l’intera popolazione quando almeno il 95 per cento di essa risulta vaccinata. Dal punto di vista della profilassi, il concetto di immunità di gregge non risulta valido per malattie infettive non trasmissibili da uomo a uomo, come per esempio il tetano.
Consulenza: Giancarlo Icardi, direttore dell'Unità operativa complessa di Igiene - Azienda ospedaliero-universitaria San Martino - IST di Genova
IMMUNITA’ DI GREGGE e COVID-19
Un’immunità di gregge efficace può essere ottenuta solo tramite
un’adeguata campagna vaccinale che coinvolga il maggior numero di soggetti,
quando possibile preceduta da una valutazione dell’immunità già acquisita per precedente infezione o esposizione all’agente patogeno.
Non va per altro dimenticato che, essendo SARS-COV2 un virus del tutto nuovo, non possiamo avere la certezza che l’immunità, comunque ottenuta, sia permanente, così come non possiamo ancora sapere se vi saranno mutazioni del virus o recidive di COVID-19 ad andamento stagionale.
Come ormai tutti sappiamo la disponibilità del VACCINO (o meglio dei vaccini) per SARS-Cov2 è ora una realtà e tutti ci auguriamo una estesa adesione della popolazione alla campagna vaccinale.
Infatti solo un’ampia adesione alla vaccinazione, almeno del 70%
della popolazione, potrà realizzare concretamente l’ IMMUNITA’ DI
GREGGE .
L’efficacia e la sicurezza dei vaccini sono garantite dagli organi predisposti per queste valutazioni (in Europa dalla European Medicines Agency, EMA) ciò che consente a tutti noi di affrontare la vaccinazione con tranquillità. Restano tuttavia aperti alcuni problemi ancora oggetto di discussione da parte del Comitato Tecnico Scientifico:
- Necessità di vaccinare i soggetti con pregressa infezione e presenza di anticorpi antiSARS-Cov2;
- Definizione della durata della protezione da parte del vaccino;
- Efficacia del vaccino sulla prevenzione non solo della malattia COVID ma anche dell’infezione e della sua trasmissibilità.
Proprio questo ultimo aspetto deve suggerire un atteggiamento di estrema prudenza considerando il vaccino, soprattutto all’inizio della campagna vaccinale, non la risoluzione del problema ma l’inizio di un percorso che dovrà prevedere ancora il rispetto delle norme di sicurezza ben note quali l’uso delle MASCHERINE e il DISTANZIAMENTO SOCIALE.
In attesa del VACCINO PER TUTTI dobbiamo ancora ribadire che l’isolamento e il distanziamento sociale restano l’unica possibilità attuale per la protezione delle persone e in particolare dei soggetti più fragili.
Prof. Franco Capsoni - Direttore U.O. Immunologia, Allergologia e Reumatologia - San Luca - Auxologico San Luca
PECORE e PASTORI nell’ARTE
ADORAZIONE DEI PASTORI - olio su tela del pittore genovese Antonio
TRAVI detto IL SESTRI (Genova 1609 – 1665) conservato a Palazzo Bianco.
Palazzo Bianco, detto anche Palazzo di Luca Grimaldi, o palazzo Brignole Sale, è un edificio sito in via Garibaldi al civico 11 nel centro storico di Genova. Fa parte della lista dei 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova divenuti in data 13 luglio 2006 Patrimonio dell'umanità UNESCO.
Le due colonne antiche nobilitano questa Adorazione dei pastori in tutto scena di vita contadina. Si svolge su un'aia di fronte ad una spelonca dalla quale emergono volti di uomini dal carattere fortemente popolare, così come il vecchio a sinistra che indossa una coppola di feltro, lo stesso cappello che ha tra le mani l'uomo centrale.
Il ragazzo di spalle mostra allo spettatore la pianta dei suoi piedi : è evidente quanto fosse forte ormai l'influsso caravaggesco.
PECORE, oche ed altri animali riconducono quest'opera a quell'ambito "saturnino" in cui spiccava negli stessi anni IL GRECHETTO.
Giovanni Benedetto CASTIGLIONE, detto IL GRECHETTO (Genova, 23 marzo1609 – Mantova, 5 maggio1664), è stato un pittore e incisore italiano, fra i massimi esponenti della scuola barocca genovese.
IL GRECHETTO, Diogene, Madrid, Museo del Prado
IL GRECHETTO , Il viaggio della famiglia di Abramo, Genova, Palazzo Rosso
NATIVITA’ CON I PASTORI - Scuola Napoletana della fine del XVII secolo
NATIVITÀ DI GESÙ (1304 – 1306 circa) – GIOTTO da Bondone, intonaco, 2,00 m x 1,85 m, parte del ciclo di affreschi “Storie di Gesù” nella Cappella degli Scrovegni a PADOVA
Il grande merito di GIOTTO è stato quello di aver rivoluzionato il modo di concepire l’arte in Occidente, segnando un solco tra chi lo ha preceduto e chi lo ha seguito.
Nell’affresco della NATIVITÀ DI GESÙ si nota come San Giuseppe è rappresentato un po’ in disparte, quasi in dormiveglia, a cogliere il suo ruolo secondario nell’evento della nascita di Cristo per mezzo di Maria concepita per volere dello Spirito Santo.
ADORAZIONE DEI PASTORI – dipinto autografo di Guido RENI realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1640 – 1642. Misura 485 x 330 cm. ed è custodito nella Certosa di San Martino a NAPOLI.
C’è tutta la poesia del giorno di Natale e della notte in cui si attende il Salvatore nell’opera dell’artista bolognese Guido RENI. La sua scena è letteralmente illuminata da questo Bambino, la cui luce calda e avvolgente rischiara tutti i coloro che si sono riuniti attorno alla piccola culla improvvisata per rendergli omaggio. L’incanto delicato dei colori, la serena gioia dei volti e la scelta compositiva che ci pone a osservare la scena leggermente dall’alto, come se fossimo noi uno degli angeli presenti, fa sì che quest’opera diventi un modello iconografico per le rappresentazioni più moderne.
ADORAZIONE DEI PASTORI – dipinto a olio su tela (300x192 cm) realizzato nel 1608 dal pittore Pieter Paul RUBENS . Fu riconosciuto agli inizi del Novecento dal grande storico Roberto Longhi che lo identificò anche come La notte. È conservato nella Pinacoteca civica di FERMO.
LA NATIVITA’ – opera realizzata agli inizi del secolo scorso da Marc CHAGALL, un artista nato nel 1887 in Bielorussia (allora inclusa nell’Impero Russo), in una famiglia di cultura e religione ebraica. È a Parigi che Chagall scopre il repertorio di immagini cristiane, che vedeva in gran copia nei musei e nelle chiese. Ed è così che incontra l’“ebreo” Cristo e tutto quello che da lui è derivato. Le sue tele si riempiono, perciò, di simboli attinti con libertà dalla tradizione iconografica narrativa cristiana e da quella simbolista ebraica.
PECORELLE NEL PRESEPIO
PASTORELLO e PECORA del presepe THUN
PECORE e PASTORI nel presepe di Emanuele LUZZATI –
Giardino Sambuy a TORINO (foto Eugenio BROGGINI)
PECORE e PASTORI nel presepe monumentale del Terziere Castello –
Sotterranei di Palazzo della Corgna a CITTA’ DELLA PIEVE (foto Mauro DRAGONI)
Nel percorso della 54° edizione 2020 il visitatore è accompagnato a riscoprire la bellezza e la fragilità del pianeta: di fronte ai cambiamenti climatici e ambientali che stiamo vivendo, non possiamo che rispondere con un messaggio chiaro
“Io sono le scelte che faccio …”
UBERULE’ : PECORE in feltro – lana infeltrita ad ago nel cuneese …
“Miss PECORA” negli acquerelli di Gian Luca BRIGNONE
PECORA RAKU – “La Terra di Marta” – Cortile del Maglio a TORINO
La PECORA NERA ad ALGHERO …
ORO INCENSO MIRRA : l’arrivo dei RE MAGI in Duomo a CITTA’ DELLA PIEVE –
EPIFANIA 2020
PECORE in SARDEGNA
L' AGNELLO SAMBUCANO (o pecora sambucana), anche detto DEMONTINO,
è una razza ovina d'origine italiana, allevata quasi esclusivamente nella valle Stura, in provincia di CUNEO, massimamente tra i comuni di Sambuco (da cui prende il nome), Pietraporzio, Vinadio, Aisone, Demonte (da cui il nome alternativo), Moiola e Roccasparvera.
Rientra tra i presidi di Slow Food e tra i prodotti agroalimentari tradizionali italiani.
La razza SAMBUCANA ha avuto origine in Valle Stura, nell'odierna provincia di CUNEO, nel XVIII secolo.
È una PECORA particolarmente adatta ai pascoli d'alta quota:
di taglia medio-grande, con una groppa larga e muscolosa e arti corti e solidi. La testa è priva di corna e di lana, con orecchie pendule sporgenti. La lana, color bianco paglierino (salvi alcuni esemplari, che presentano vello nero e una macchia candida a forma di stella sul capo), si fa più rada al di sotto di ventre e collo. La coda si presenta sottile e lanosa, arrivando fino ai garretti. Le fibre muscolari sono sviluppate e compatte.
La SAMBUCANA è destinata essenzialmente all'uso alimentare:
la macellazione degli agnelli avviene in genere tra il 45º e il 60º giorno di vita, quando le bestie hanno un peso compreso tra i 18 e i 25 chilogrammi. La maggior produzione cade nel periodo natalizio; esiste poi la tradizione di consumare, a partire dalla fine di ottobre, l' AGNELLONE (tardun in dialetto cuneese) nato alla fine della primavera e alimentato per tutta l'estate con il latte materno e l'erba degli alpeggi.
“Fìero di Sant” (Fiera dei Santi ) – MOSTRA della PECORA SAMBUCANA a
VINADIO
Sotto al Castello di MONTICELLO d’ALBA nel Roero non passano inosservate le maestose
e docili PECORE SUFFOLK, una razza ovina ottenuta in Gran Bretagna a metà
Ottocento e allevata principalmente in Scozia per l'ottima qualità della lana.
Ha il vello bianco con la testa e gli arti nudi e neri. È priva di corna.
Ottima pascolatrice, ha bisogno di pascoli fertili per allattare i suoi agnellini.
HEBRIDEAN - razza di piccole PECORE NERE originaria della Scozia, simile ad altri membri del gruppo delle pecore a coda corta dell'Europa Settentrionale, aventi una coda corta e triangolare. Un tempo questa razza ovina era conosciuta anche come "St Kilda", sebbene, al contrario di altre razze come la Soay e la Boreray, essa non sia probabilmente originaria dell'arcipelago Saint Kilda.
Le HEBRIDEAN moderne hanno un vello nero piuttosto ruvido che tende al color marrone se visto al sole e che spesso diventa grigio con l'età. Se non tosato prima, il vello, che risulta assente sul muso e sulle gambe dell'animale, può cadere spontaneamente in primavera e può arrivare a pesare fino a 2,5 kg.
Caratteristica tipica sia degli individui maschi, gli arieti, che femmine di questa razza è quella di avere spesso DUE PAIA di CORNA , sebbene nella maggior parte dei casi ne abbiano uno solo e, in alcuni casi, anche nessuno.
Per quanto riguarda le dimensioni, gli ovini HEBRIDEAN sono significativamente più piccoli rispetto alla maggior parte delle altre razze, con le femmine che arrivano a pesare solamente circa 40 kg e i maschi che raggiungono i 50-60 kg.
Sono PECORE molto resistenti, capaci di adattarsi a pascoli piuttosto ruvidi e per questo spesso utilizzate per il pascolo conservativo finalizzato a mantenere gli habitat naturali delle brughiere. In particolare, data la loro forte preferenza per la brucazione, questi ovini si sono rivelati efficaci nel controllo degli arbusti.
Biodiversità : CAPRA con 4 CORNA al RACI – Rassegna Agricola del
Centro Italia
La CAPRA con 4 CORNA non è una razza di ovini, ma una “varietà” di capra frutto di un gene “deviato” diffusosi anticamente in Valtellina, come spiega Lorenzo FIORENZI – allevatore osimano.
Capre con questa caratteristica esistevano sicuramente nel Medioevo, in quanto se ne sono trovate raffigurate in alcuni affreschi all’interno delle chiese. La loro immagine veniva utilizzata per simboleggiare il DEMONIO. Proprio a causa di questa simbologia, quando nascevano CAPRE con 4 CORNA gli allevatori preferivano in genere sopprimerle, ma non sempre.
Nella vecchia fattoria ia-ia-o
Quante bestie ha zio Tobia ia-ia-o
C'è la CAPRA-CAPRA-CA-CA-CAPRA
Nella vecchia fattoria ia-ia-o.
IL BUON PASTORE nell’ARTE
Mosaici di SANT’APOLLINARE IN CLASSE – RAVENNA
Mosaici della Basilica paleocristiana di AQUILEIA, 1a metà del IV secolo
L'emblema del BUON PASTORE di Aquileia (UD) appartiene al mosaico pavimentale della basilica paleocristiana eretta in questa città nel 4°-5°secolo d.C. Esso rappresenta un PASTORE che tiene nella mano destra una SIRINGA e ha sulle spalle una PECORA, mentre un'altra è ai suoi piedi.
Molto interessante è la presenza della SIRINGA - strumento musicale che, nella mitologia classica, era uno degli ordinari attributi di PAN, dio dei pastori e delle greggi, e di ORFEO, personaggio mitico che, con la musica della sua siringa incantava e addomesticava le bestie. La rappresentazione di tal elemento fa comprendere un aspetto importante dell'iconografia cristiana: l'attribuzione di significati nuovi ad immagini preesistenti nella cultura romano - pagana.
Nel caso del BUON PASTORE di Aquileia l'immagine richiama il concetto cristiano di filantropia, l'amore cioè ‚ verso il prossimo e il pastore è la rappresentazione allegorica di Cristo, vestito umilmente con una tunica corta e con una pecora sulle spalle, gesto che indica l'affetto e l'amore verso le proprie pecore, ovvero verso i propri fedeli.
Ciò che caratterizza questa raffigurazione è l'assoluta mancanza di sfondo e l'assenza di una dimensione storica. Quest’iconografia si stacca, infatti, dal naturalismo, e si carica di motivi simbolici rappresentando i valori cristiani come assoluti. L'immagine, infatti è priva sia di una dimensione spaziale (i piedi del Pastore non toccano terra, manca uno sfondo prospettico) sia di una dimensione temporale (non c'è azione, tutto è fermo).
Il PASTORE è costruito secondo un modello greco - apollineo: sbarbato, e semplicemente vestito. Più tardi prevarrà il modello giudaico con una figura barbuta e riccamente vestita, spesso con una croce fra le mani al posto del vincastro.
Il VINCASTRO è un ramo di salice da vimini (salix viminalis) utilizzato principalmente dal PASTORE per guidare il GREGGE, ma anche per allontanare dalle PECORE animali come cani randagi o lupi. Il salice da vimini è detto anche vinco, da cui vincastro per l'aggiunta del suffisso peggiorativo -astro. In senso esteso vincastro è sinonimo di bastone.
Talvolta può essere di legno di olivo, ma è meno utilizzato a causa del maggior peso e minore praticità d'uso.
Il CASHMERE di FALCONERI a TORINO
21 gennaio – Nella Basilica di SANT’AGNESE fuori le mura a ROMA la BENEDIZIONE
di DUE AGNELLINI BIANCHI - tradizionale simbolo della Santa - la cui LANA
verrà utilizzata per realizzare i SACRI PALLII
AGNUS DEI è un'espressione evangelica in lingua latina che significa
AGNELLO DI DIO e si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima sacrificale per la
redenzione dei peccati dell'umanità.
Con Agnus Dei o agnello pasquale si indica anche una particolare immagine della
simbologia dell'arte ecclesiastica: un AGNELLO che porta una CROCE,
e che rappresenta appunto Cristo.
Agnus Dei - (ceramica invetriata) Bottega della Robbia, Museo
dell’Opera del Duomo, FIRENZE
AGNUS DEI è anche il nome comunemente attribuito alla litania che inizia con queste parole. È basata su Giovanni1, 29.36 e viene utilizzata nella liturgia della messa nel rito romano durante i riti della frazione del pane e dell'immistione. Nel rito anglicano, le parole dell'Agnus Dei, in inglese, possono essere cantate durante la Santa Comunione. L'Agnus Dei non è presente nel rito ambrosiano.
AGNELLO ... AGNELLO DI DIO
che togli i peccati del mondo
abbi pietà di noi...
abbi pietà di noi.
AGNELLO ... AGNELLO DI DIO
che togli i peccati del mondo
abbi pietà di noi...
abbi pietà di noi.
AGNELLO ... AGNELLO DI DIO
Tu che togli i peccati
i peccati del mondo,
dona, dona a noi la pace
dona a noi la pace.
Particolare dell' Adorazione dell'Agnello di Jan van EYCK
SANTO – AGNELLO DI DIO di Italo VENTOSI nel centenario della nascita
1921-2021 – Messa d’ EPIFANIA 2021 nel DUOMO di CITTA’ DELLA PIEVE – canti a cura
della Polifonica Pievese – direttore Carlo PEDINI – organo Fabio AFRUNE
CONTARE LE PECORE per alleviare l’INSONNIA …
Una PECORA, due PECORE, tre PECORE …
“Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle”: vero, vero … scientificamente vero !!
“L’IMMUNITA’ di GREGGE” canta Checco ZALONE
Arriverà
L’IMMUNITA’ di GREGGE
Sui monti e sulle spiagge
La PECORA più bella sarai tu
Amore mio
Tu dimmi solo dove
Ti porto un 19
Che COVID non è
Obiettivo mondiale 2021 : VACCINAZIONE di MASSA anti COVID-19
per IMMUNITA’ di GREGGE
Rif. articolo AGNUS DEI nella sez. Cibo e Arte
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