SANTA CECILIA patrona della MUSICA, degli strumentisti e dei cantanti. Viene ricordata il 22 NOVEMBRE da cattolici e ortodossi.

Dedicato alla santa, nel XIX secolo sorse il cosiddetto MOVIMENTO CECILIANO diffuso in Italia, Francia e Germania. Vi aderirono musicisti, liturgisti e altri studiosi, che intendevano restituire dignità alla musica liturgica sottraendola all'influsso del melodramma e della musica popolare. Sotto il nome di SANTA CECILIA sorsero così scuole, associazioni e periodici.



L’ ACCADEMIA NAZIONALE di SANTA CECILIA è una delle più antiche istituzioni musicali al mondo.

Fondata ufficialmente nel 1585 e trasformatasi nei secoli da sodalizio di musicisti di valenza “locale” a moderna accademia ed ente concertistico sinfonico di fama internazionale, unisce un corpo accademico composto di circa 100 membri fra i più illustri esponenti della cultura e dell’arte musicale a un’ORCHESTRA e un CORO sinfonici fra i più accreditati in campo internazionale, svolge attività di alta formazione musicale e conserva un patrimonio storico ricchissimo, riflesso della sua storia plurisecolare.

Nel maggio del 1585 il pontefice Sisto V pubblicò la bolla Ratione congruit, atto ufficiale

di fondazione della CONGREGAZIONE DEI MUSICI sotto l’invocazione della

Beata Vergine e dei Santi musicali per eccellenza : GREGORIO e CECILIA.

GREGORIO MAGNO aveva istituito il canto ecclesiastico – il così detto canto gregoriano – e CECILIA, vergine e martire, sin dal tardo medioevo si era progressivamente sostituita a Davide nel ruolo di patrona della musica.

La prima sede della CONGREGAZIONE fu la chiesa di Santa Maria ad Martires, più nota come Pantheon. Dal Pantheon (1585-1622) a San Paolino alla Colonna (1622-52), da Santa Cecilia in Trastevere (1652-61) a San Nicola dei Cesarini (1661-1663) alla Chiesa della Maddalena (1663-85).

Finalmente nel 1685 la Congregazione fissò la propria sede a San Carlo ai Catinari,

dove la barocca CAPPELLA di SANTA CECILIA e il contiguo oratorio sono stati testimoni di adunanze segrete, assemblee generali, sfarzose celebrazioni musicali fino al 1848.

 

I CONGREGATI, suddivisi nelle tre categorie di maestri di cappella, strumentisti e cantanti, si diedero fin dalla fondazione una rigida organizzazione gerarchica: a capo era il Cardinale protettore (presidente onorario), quindi il Cardinale primicerio (presidente effettivo), ambedue alti prelati della curia, cui seguivano le cariche di guardiano, camerlengo, segretario, consigliere, festarolo, visitatore delle carceri, fabbricere, infermiere, tutte elettive fra i soci.

Con l’elezione (1830) di Luigi ROSSI alla carica di segretario ha inizio una periodo di profonda trasformazione. Deciso ad aprire le fila dei soci a categorie fino ad allora escluse (poeti, danzatori, musicologi-filologi, costruttori di strumenti musicali, editori e perfino regnanti ed ambasciatori in qualità di mecenati) e grazie alla collaborazione con Gaspare SPONTINI, a Roma fra il 1839 e il 1840, Rossi varò una profonda riforma dello Statuto, trasformando la CONGREGAZIONE dapprima in CONGREGAZIONE e ACCADEMIA (1838), poi in PONTIFICIA ACCADEMIA. Furono iscritti in quel periodo tutti i maggiori esponenti del mondo musicale europeo, in qualità di soci onorari.

A partire dall’unità d’Italia, nuove e diverse peregrinazioni attendevano la REGIA ACCADEMIA di SANTA CECILIA, alla ricerca di una sede idonea per la nascente attività concertistica focalizzata nel repertorio sinfonico, cameristico e corale, concretizzatasi a partire dal 1895 con la fondazione di un CORO e una ORCHESTRA   stabili, e di regolari stagioni concertistiche fino ad oggi.

Sotto la presidenza (1895-1947) di ENRICO - Conte di San Martino, figura leader nella politica culturale e dello spettacolo fra fine Ottocento e prima metà del Novecento, a livello nazionale e internazionale, vennero istituiti il LICEO MUSICALE di SANTA CECILIA- poi CONSERVATORIO – la biblioteca e i corsi di alto perfezionamento musicale, la Regia scuola recitazione “Eleonora Duse” – poi Accademia Nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico” – e la Scuola nazionale poi Centro sperimentale di cinematografia grazie a una sorta di delega per le arti performative ottenuta dal governo a livello nazionale.

 

ACCADEMIA NAZIONALE di SANTA CECILIA

Dopo vari cambiamenti, dal 2003 ad oggi la sede della Stagione dei Concerti è

all’ AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA progettato da Renzo PIANO

 


AUDITORIUM Roma

 

Il patrimonio storico, completamente riordinato e catalogato secondo le più moderne tecnologie, è stato trasferito a partire dal febbraio 2005 nella nuova bibliomediateca, uno spazio dedicato per lo studio e la consultazione di libri, partiture, spartiti, manoscritti, periodici, fotografie, documenti, registrazioni e altri materiali.

Nel 2008 è stato inaugurato il MUSA - MUseo di Strumenti musicali

dell’ ACCADEMIA NAZIONALE di SANTA CECILIA - che

possiede una delle principali collezioni italiane di strumenti,  tra cui spicca per qualità della fattura e importanza storica il violino “Toscano” costruito da Antonio STRADIVARI nel 1690.
Una galleria espositiva mostra gli strumenti di maggior pregio.

 

Sala SANTA CECILIA - Auditorium PARCO DELLA MUSICA – ROMA



AUD sala SANTA CECILIA

 

Con i suoi 2.744 posti è tra le sale da concerto più grandi d’Europa.

Pensata per la musica sinfonica per grande orchestra e grande coro, ospita opere liriche in forma semiscenica, concerti di musica sacra e contemporanea.

 

                  AUD accademia-nazionale

 

 

La sala SANTA CECILIA ospita la stagione sinfonica dell' ACCADEMIA

NAZIONALE di SANTA CECILIA.



Giardino Claudio ABBADO       AUD giardino  ABBADO

 

 

Auditorium PARCO DELLA MUSICA – ROMA




Basilica minore di SANTA CECILIA in TRASTEVEREROMA – edificata sulla domus romana di CECILIA « [...] vergine illustre, nata da nobile stirpe romana», che subì il supplizio verso il 220.

Il giudice Almachio ne ordinò la morte per bruciatura, ma si narra che

"CECILIA invece di morire cantava lodi al Signore".

Convertita la pena per asfissia in morte per decapitazione, il carnefice vibrò i tre colpi legali ma Cecilia non morì, restando agonizzante per tre giorni. Fu papa Urbano I, sua guida spirituale, a renderle degna sepoltura nelle catacombe di San Callisto.

La Legenda Aurea narra che papa Urbano I, che aveva convertito il marito di lei Valeriano ed era stato testimone del martirio, «… seppellì il corpo di Cecilia tra quelli dei vescovi e consacrò la sua casa trasformandola in una chiesa, così come gli aveva chiesto».

Il Titulus Caeciliae è in effetti attestato già dal V secolo.

All'inizio del IX secolo papa Pasquale I sognò CECILIA che gli rivelò la propria sepoltura … fece quindi erigere una basilica sul luogo della chiesa.

Nell' 821 le spoglie di SANTA CECILIA furono traslate nella

Basilica di SANTA CECILIA in TRASTEVERE

 

SANTA CECILIA in trastevere

 

 

Nel 1599, durante i lavori di ristrutturazione della basilica ordinati dal cardinale Paolo Emilio Sfondrati in occasione dell'imminente giubileo del 1600, fu aperto il sepolcro di marmo: nella cassa di cipresso posta al suo interno si ritrovò il corpo quasi integro della santa, vestito di bianco e con il segno delle ferite sul collo.

L'evento fu considerato miracoloso tanto che anche papa Clemente VIII andò a constatarlo.

Venne commissionata allo scultore Stefano MADERNO la riproduzione della figura così com'era stata ritrovata (la testa girata per la decapitazione, tre dita della mano destra a indicare la Trinità, un dito della sinistra a indicare Dio).

L'eccezionale opera in marmo pario, attualmente esposta sotto l'ALTARE MAGGIORE, testimonia nei secoli l'evento.

 

MADERNO-scultura

 

 

MADERNO testa

 

 

MADERNO mani

 

 

 

Basilica di SANTA CECILIA in TRASTEVERE

 

 

santa-cecilia-in-trastevere int

 



Degli AMBIENTI SOTTERRANEI era nota soltanto la cripta con il balneum, il CALIDARIUM nel quale secondo la leggenda era stato effettuato il primo tentativo di uccidere CECILIA per soffocamento.

All'inizio del Novecento il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro - titolare di Santa Cecilia - decise di restaurare e ampliare la cripta. Saggi di scavo nel pavimento della chiesa e del convento portarono alla scoperta di numerosi e complessi ambienti sottostanti, alla profondità di circa 5 mt.

Sono stati rinvenuti resti di una domus del II secolo a.C. (murature e colonne dell'atrium, pavimentazioni) e tracce di lavori successivi che portarono la domus, in tutto o in parte, ad essere convertita in insula.

Ciò è facilmente comprensibile se si pensa che la regione di Trastevere, in epoca repubblicana ancora agricola e ad urbanizzazione estensiva, si affollò nella successiva epoca imperiale con il crescere della popolazione urbana.

L'evoluzione edilizia delle costruzioni scoperte copre un periodo di alcuni secoli, giungendo fino all'epoca adrianea (II secolo).

L'insula utilizzò in parte murature preesistenti, ponendo il cortile al posto dell'atrium antico, e presenta tracce di una strada, di una scala d'accesso, di un'aula e di un piccolo impianto termale interno, presumibilmente privato, nonché di pavimentazioni. Un ambiente con alcune vasche di buona fattura ma non impermeabilizzate (probabilmente destinate a stoccaggio di derrate) conferma l'ipotesi di datazione al II secolo della trasformazione della domus in insula.

Nei secoli successivi ulteriori modifiche vennero apportate con la trasformazione dell'immobile in chiesa : una sala con vasca circolare fu trasformata in un battistero esagonale rivestito di marmo.

Accanto a questa si trova il balneum che la tradizione indica come luogo del

MARTIRIO di CECILIA.



SANTA CECILIA nell’ARTE



                     RAFFAELLO  Estasi 1514 Bologna



Estasi di SANTA CECILIA - dipinto a olio su tavola trasportata su tela (236 × 149 cm) di RAFFAELLO SANZIO e aiuti, conservato nella Pinacoteca Nazionale di Bologna e databile al 1514 circa.

SANTA CECILIA si trova al centro di una sacra conversazione molto serrata … abbandonati gli strumenti musicali dei quali è protettrice, volge uno sguardo appassionato al cielo, coi grandi occhi scuri, dove è apparso un coro angelico che intona una melodia celestiale. Di mano le sta sfuggendo un organetto portatile, dal quale si stanno sfilando due canne, mentre ai suoi piedi giace una straordinaria natura morta di strumenti musicali vecchi o rotti: una viola da gamba senza corde, un triangolo, due flauti sbocconcellati, dei sonagli, due tamburelli con la pelle lacera. Si tratta di un rimando alla caducità della musica "terrena", simbolo delle passioni umane (i flauti, i tamburelli ed i cembali, sono connessi al culto di Bacco) rispetto a quella "celeste". C'è anche chi vi legge un'opposizione tra la musica vocale del coro angelico e la musica strumentale, la prima essendo reputata dai Padri della Chiesa superiore alla seconda.

 

 

Michiel-Coxcie-Santa-Cecilia-1569

Michiel COXCIE - Santa Cecilia, 1569

 

 

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Orazio GENTILESCHI (1563-1639) Santa Cecilia  

 

 

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Orazio GENTILESCHI - Giovane donna con violino - Santa Cecilia

 

 

Orazio-Gentileschi-Saint-Cecilia-with-an-Angel

Orazio GENTILESCHI – Santa Cecilia con un angelo

 

 

 

Orazio GENTILESCHI 083

Orazio GENTILESCHISanta Cecilia che suona la spinetta - GNU – Galleria Nazionale dell’Umbria a PERUGIA

 

Jacques-Blanchard-Saint-Cecilia


Jacques BLANCHARD (1600-1638)

 

 

Giovanni-Francesco-Romanelli-1610-1662-Saint-Cecilia

Giovanni Francesco ROMANELLI (1610-1662)

 

 

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Antonio FRANCHI (1638-1709) - Santa Cecilia personificazione della Musica



Guido-Reni-Saint-Cecilia-1606


Guido RENI - Santa Cecilia, 1606 

 

 

Guido-Reni-Saint-Cecilia-1610

Guido RENI - Santa Cecilia, 1610

 

DOMENICHINO  Saint Cecilia Playing the Viol Paris Louvre

 

DOMENICHINOSaint Cecilia playing the Viol , 1617 – Parigi Louvre


 

GUERCINO Saint-Cecilia-1649


GUERCINO Santa Cecilia, 1649 

 

 

GUERCINO Santa-Cecilia-1658

 

GUERCINO - Santa Cecilia, 1658




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Matthias STOMER (post 1652) - Saint Cecilia and the Angel


 

 

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Nicolas POUSSIN - Saint Cecilia, 1600

 

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Peter Paul RUBENS - Saint Cecilia, 1639-1640 - Gemaldegalerie Berlino

 

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Simon VOUET - Saint Cecilia, 1626


 

Antiveduto-Gramatica Santa-Cecilia-1611-Madrid-Museo-Nacional-del-Prado


Antiveduto GRAMATICA - Santa Cecilia, 1611 - Madrid Museo Nacional del Prado

 

 

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Artemisia GENTILESCHI - Santa Cecilia, 1616 - Roma Galleria Spada 

 

 

Artemisia-Gentileschi-Autoritratto-come-Santa Cecilia-1620

Artemisia GENTILESCHI - Autoritratto come Santa Cecilia, 1620




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Giambattista TIEPOLO Santa Cecilia ,1750-1760 - Museu Nacional d'Art de Catalunya

 

 

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Anton Raphael MENGS - Santa Cecilia , 1760-61

 

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John William WATERHOUSE - Saint Cecilia, 1895

 

 

In LETTERATURA CECILIA è stata celebrata specialmente nei Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, nel racconto Santa Cecilia o la potenza della musica di Heinrich von Kleist, in un'ode di John Dryden poi messa in musica da Haendel nel 1736, e più tardi da Hubert Parry (1889).

Altre OPERE MUSICALI dedicate a CECILIA includono

l'Inno a santa Cecilia di Benjamin Britten,

un Inno per santa Cecilia di Herbert Howells,

la nota Missa Sanctae Ceciliae di Joseph Haydn,

una messa di Alessandro Scarlatti,

la Messe Solennelle de Sainte Cécile di Charles Gounod,

Hail, bright Cecilia! di Henry Purcell,

Cecilia (1934) - Azione sacra in tre episodi e quattro quadri di Licinio Refice (su libretto di Emidio Mucci), 

Cantata a Santa Cecilia (1998) di Frederik Magle,

Cecilia, vergine romana - cantata di Arvo Pärt.

Il 23 novembre 2015 la rock band americana Foo Fighters ha pubblicato un mini EP intitolato Saint Cecilia.

 

CECILIA Licinio REFICE

 



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