In ebraico RUAH è un vocabolo onomatopeico in quanto, nella sua pronuncia, imita il fischiare del VENTO.

Letteralmente significa VENTO, RESPIRO, ma in senso più esteso indica un qualcosa che si muove e che a sua volta ha la forza di mettere in movimento : una FORZA IMPREVEDIBILE la cui presenza e azione fanno scaturire la vita.

Nell’uso delle scritture è spesso STRUMENTO DELL’AGIRE DI DIO e la sua origine va oltre l’umano.

Originariamente in ebraico RUAH indicava l’ ARIA, l’ ATMOSFERA, il GRANDE SPAZIO tra terra e cielo, nonché quella REALTA’ IMPALPABILE che si manifestava talvolta con la FORZA DEVASTANTE DELLA TEMPESTA, realtà da cui dipende la vita dell’uomo e che l’uomo non è assolutamente in grado di governare. Il pensiero biblico del VECCHIO TESTAMENTO è inevitabilmente portato a legare questa realtà a DIO, CREATORE DELL’UNIVERSO.

Il RUAH designa quindi esplicitamente lo SPIRITO DI DIO che opera come forza vitale e quindi come forza creatrice, ma è anche SOFFIO.

Nel periodo posteriore all’esilio degli Ebrei in Babilonia il sostantivo indicherà anche il concetto di SPIRITO SANTO.

Come il SOFFIO DEL VENTO anche il SOFFIO DEL RESPIRO è una forza che solleva ed anima il corpo : esso però non indica il mero processo biologico, ma esprime la profonda dinamica del comportamento umano, cioè ENERGIA e VITALITA’ INTERIORE DELL’UOMO.

L’uomo, pur non potendone fare a meno, non è padrone del RESPIRO e muore quando questo si spegne. Come il VENTO, ma in modo più diretto e immediato, il SOFFIO DEL RESPIRO UMANO viene da Dio e a Lui fa ritorno con la morte. E’ per questo che DIO viene definito come “COLUI CHE DA’ SOFFIO DI VITA AD OGNI CARNE” (Nn 16,22;27,16)



SOFFIO DIVINO e RESPIRO UMANO nella mistica ebraica

con Giulio BUSI alla XVI edizione 2020 di TORINO SPIRITUALITA’: “RESPIRO”

 

mondo ebraico

 


Giulio BUSI, direttore dell’ Istituto di giudaistica alla Freie Universitat di Berlino, esplora il simbolismo di RUAH , la parola che nella lingua santa cattura il ritmo cosmico.


“VENTO”, “SOFFIO”, “SPIRITO”: nell’antica sapienza, microcosmo e macrocosmo si fondono e danzano all’unisono.



All’inizio era il SOFFIO :

“Uno, SPIRITO del Dio vivente; due, SPIRITO dallo SPIRITO di santità”

Lo afferma il "SEFER YETZIRAH” , il testo più profondo di tutta la tradizione mistica ebraica, il più antico testo cabalistico di cui siamo oggi in possesso. Nonostante la sua età - già ne fa menzione il Talmud, e ciò lo collocherebbe almeno a 1800 anni fa - il contenuto stupisce per la modernità, il rigore e il gusto quasi scientifico con cui gli argomenti sono esposti. La tradizione rabbinica lo attribuisce ad ABRAMO, il primo dei Patriarchi. Ciò non deve far pensare che il testo attuale sia stato scritto proprio da Abramo, ma piuttosto che il suo contenuto essenziale, insieme all’ordine delle corrispondenze ivi suggerito, siano frutto di una rivelazione che Abramo fu il primo a ricevere. I midrashim (tradizioni orali) narrano della lunga e sofferta ricerca spirituale di Abramo, del suo irresistibile desiderio di verità, che lo portò ad esplorare in profondità le sette vie sapienziali dell’antichità, e in particolare la Teosofia, l’Astrologia e l’Astronomia.


Il "SEFER YETZIRAH” - LIBRO DELLA FORMAZIONE o LIBRO DELLA CREAZIONE - è uno dei testi più importanti dell'esoterismo ebraico, sebbene alcuni antichi commentatori considerassero il libro come un trattato di teoria matematica e linguistica in opposizione alla Kabbalah. Il trattato venne composto fra il III e VI secolo d.c. in Palestina o forse a Babilonia.

Il Sefer Yetzirah è dedicato alle speculazioni teologiche e cosmogoniche riguardo alla creazione del mondo da parte di Dio attraverso l'emanazione delle Sefirot.

 

La CREAZIONE nella MISTICA EBRAICA

Per armonizzare la narrazione biblica della Creazione "ex nihilo" con la dottrina degli elementi primordiali, lo Sefer Yetzirah presume una doppia creazione, una ideale e l'altra reale.

10 strumenti & 22 lettere : SEFIROT e ALFABETO EBRAICO

 

                                              Tree of Life Medieval

 



  ASTRAZIONE & REALTA’          NUMERI & LETTERE



NUMERI & SEFIROT

Come i numeri esprimono solo le relazioni di due oggetti tra loro, così le 10 SEFIROT sono solo astrazioni e non realtà.

Come i numeri tra due e dieci sono derivati dal numero uno, così le 10 SEFIROT sono derivate da uno, lo SPIRITO DI DIO.

Lo Spirito di Dio, però, non è solo l'inizio, ma anche la conclusione delle Sefirot, "la loro fine è fissata nel loro inizio, come la fiamma è legata al carbone" (I. 7).

Quindi le Sefirot non devono essere concepite come emanazioni nel senso ordinario del termine, ma piuttosto come modificazioni dello Spirito di Dio, che prima cambia in aria, poi diventa acqua, e infine fuoco.



CREAZIONE : DALL’ ASTRAZIONE delle SEFIROT ALLA REALTA’

MATERIALE delle 22 LETTERE dell’ALFABETO



Le LETTERE sono le potenze formative di tutta l'esistenza ed evoluzione. Per mezzo di questi elementi è avvenuta l'effettiva creazione del mondo.

La prima frase del LIBRO DELLA FORMAZIONE afferma:

"Trentadue percorsi, meraviglie della sapienza, Dio ha inciso..."

E poi questi percorsi vengono presentati come le 10 Sefirot e le 22 lettere. Mentre le Sefirot sono espressamente designate come "astrazioni", delle lettere si asserisce:

"Ventidue lettere: Dio le tracciò, le intagliò, le combinò, le pesò, le scambiò, e attraverso di loro produsse l'intera creazione e tutto ciò che è destinato a venire in essere "(II, 2).

Le LETTERE sembrano essere l'anello di congiunzione tra ESSENZA e FORMA.



L’ ALFABETO EBRAICO viene scritto da destra verso sinistra ed è composto da 22 LETTERE.

RUOTA di 22 LETTERE … OLIVETTI LETTERA 22



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La "RUOTA DELLA CREAZIONE" illustrata nel Sefer Yetzirah contiene la sequenza numerica 3-7-12 nascosta nelle lettere dell'alfabeto ebraico.





                                                   Kabbalistic Tree of Life Sephiroth 2 

 

 

 

ALBERO DELLA VITA con le 10 SEFIROT e le 22 LETTERE EBRAICHE, così come rappresentato nel Sefer Yetzirah. I differenti colori delle linee rappresentano i tre gruppi di caratteri:


rosso - le 3 lettere "madri" (alef, mem, shin)
• blu - le 7 lettere "doppie"
(bet, ghimel, dalet, kaf, peh, resh, tav)
• verde - le 12 lettere "semplici"
(le restanti)







SEFIROT, sephirot, sephiroth o sefiroth, al singolare sephirah o anche sefirah (lett. "enumerare"), è un termine che compare nella CABALA.

La parola Sefirot è connessa, secondo il Sefer Yetzirah, con

sefer (scrittura), sefar (computo) e sippur (discorso)

che derivano dalla stessa radice SFR.

Il significato basilare viene reso come emanazioni: le Sefirot nella CABALA EBRAICA sono le dieci modalità o gli "strumenti" di Dio (a cui ci si riferisce con Or Ein Sof, "Luce Senza Limiti") attraverso cui l'Ein Sof (l'Infinito) si rivela e continuativamente crea sia il reame fisico che la Catena dei Reami metafisici superiori (Seder hishtalshelus).



Le SEFIROT sono anche associate alle situazioni pratiche ed emotive attraversate da ogni individuo nella vita quotidiana; le Sefirot sono dieci principi basilari, riconoscibili nella molteplicità disordinata e complessa della vita umana, capaci di unificarla e darle senso e pienezza:

«Tua, Signore, è la grandezza (Ghedullah), la potenza (Ghevurah), la bellezza (Tiferet), la vittoria (Nezakh) e la maestà (Hod), perché tutto (Kol - appellativo di Yessod), nei cieli e sulla terra, è tuo. Signore, tuo è il regno (Mamlachah - altro nome di Malkhut); tu sei colui che ti innalzi come testa (Ro'sh - le tre Sefirot superiori) su ogni cosa. (1Cron, 29,11

Attraverso le SEFIROT, Egli può proiettarsi sul mondo e gli uomini.

 

 

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L'ALBERO DELLA VITA - o ALBERO SEFIROTICO - costituisce la sintesi dei più noti e importanti insegnamenti della cabala ebraica. È un diagramma, astratto e simbolico, costituito da dieci entità - Sefirot - disposte lungo tre pilastri verticali paralleli: tre a sinistra, tre a destra e quattro nel centro; il pilastro centrale si estende al di sopra e al di sotto degli altri due.

Osservando la figura, si può notare che le dieci SEFIROT sono collegate da

ventidue canali, tre orizzontali, sette verticali e dodici diagonali.

Ogni canale corrisponde ad una delle ventidue LETTERE dell'abjad

ebraico.

I tre pilastri dell'albero della vita corrispondono alle tre vie che ogni essere umano ha davanti: l'AMORE (o la Grazia, a destra), la FORZA (o la Severità, a sinistra), e la COMPASSIONE (al centro). Solo la via mediana, chiamata anche "via regale", ha in sé la capacità di unificare gli opposti. Senza il pilastro centrale, l'Albero della Vita può divenire quello della conoscenza del bene e del male (quello biblico). I pilastri a destra e a sinistra rappresentano inoltre le due polarità basilari di tutta la realtà: il maschile a destra e il femminile a sinistra, dai quali sgorgano tutte le altre coppie d'opposti presenti nella creazione.

Anche se le Sefirot sono dieci e ognuna ha propri attributi, quando se ne menziona una si richiamano tutte le altre come per una rete di associazioni.

 

 

                                                     

Il GOLEM (in ebraico: gwlm) è una figura antropomorfa immaginaria della mitologia ebraica e del folclore medievale.

Il termine deriva probabilmente dalla parola ebraica gelem, che significa "materia grezza", o "embrione", presente nel Tanakh (Salmo139,16) per indicare la "massa ancora priva di forma", che gli ebrei accomunano ad Adamo prima che gli fosse infusa l'anima. In ebraico moderno golem significa anche robot.

Si dice che il Golem sia stato formato attraverso il testo Sefer Yetzirah: esso risale alla sapienza di Avraham e si distingue per l'esegesi sui segreti dell'alfabeto ebraico, delle Sefirot nel legame con l'anatomia del corpo umano, con i pianeti e con mesi, giorni e segni zodiacali: queste tre figure - l'uomo, il mondo e l'anno - rappresentano tre testimoni completi.

Il maestro che voleva formare un golem, così si racconta, si serviva delle lettere ebraiche.

 

 

 

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