16 agosto – La Festa di SAN ROCCO



ROCCO di Montpellier, universalmente noto come SAN ROCCO (Montpellier, 1345/1350 – Voghera, notte tra il 15 e il 16 agosto 1376/1379), è stato un pellegrino e taumaturgo francese, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Patrono di numerosi paesi e città, è il santo più invocato, dal Medioevo in poi, come protettore dal terribile flagello della PESTE e la sua popolarità è tuttora ampiamente diffusa.

Il suo patronato si è progressivamente esteso al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi come i terremoti, alle epidemie e malattie gravissime; in senso più moderno, è un grande esempio di solidarietà umana e di carità cristiana, nel segno del volontariato. Con il passare dei secoli è divenuto uno dei santi più conosciuti nel continente europeo e oltreoceano, ma è rimasto anche uno dei più misteriosi.





Nello scrigno barocco di Palazzo Borromeo all’ Isola Bella il dipinto su

tavola di SAN ROCCO del maestro Sperindio CAGNOLI.

 

CAGNOLI-San-Rocco




Testimonianza della devozione quattro-cinquecentesca verso il Santo taumaturgo invocato contro la PESTE, l’opera appartiene alla scuola di Gaudenzio FERRARI, massimo esponente del Rinascimento piemontese che tradusse nella tradizione locale le esperienze di PERUGINO, LEONARDO e BRAMANTE, traghettando il giovane Sperindio oltre gli stilemi gotici ancora in voga nel novarese.

Autore di affreschi e dipinti su tavola per prestigiosi committenti come i Visconti, CAGNOLI interpreta l’iconografia di San Rocco con grazia e dolcezza inusitate, evidenti nel disegno e nel chiaroscuro, che insieme alla brillantezza dei colori veicolano il messaggio di speranza connesso alla sacra figura.

 

 



                                SIGNORELLI

 

                       Luca SIGNORELLI - SAN ROCCO


 

SAN ROCCO protettore dei CANI


Si narra che mentre il santo giaceva moribondo in una grotta, colpito dalla PESTE, un cane Breton che si era accorto di lui, lo aiutò a guarire portandogli ogni giorno un pezzo di pane rubato alla tavola del suo ricco padrone.

Anche se a salvarlo fu un Breton, SAN ROCCO è raffigurato con cani diversi in ogni dipinto.

 

                                san Rocco cane

 

 



SAN ROCCO di CAMOGLI Città metropolitana di Genova.

"Premio Internazionale Fedeltà del cane", il 16 agosto durante le celebrazioni patronali della frazione. Ogni anno vengono premiati i cani che si sono distinti per la loro fedeltà verso il padrone o per esiti positivi in fatti calamitosi.



 

SCUOLA GRANDE di SAN ROCCO nel cuore di VENEZIA : arte, cultura e sacralità



La SCUOLA GRANDE di SAN ROCCO è una Confraternita di laici fondata nel 1478. La profonda venerazione popolare nei confronti di SAN ROCCO, la cui reliquia era già in possesso della Confraternita sin dal 1485, contribuì alla sua forte crescita fino a divenire la più ricca Scuola della città.

Fu allora che si decise di edificare la nuova imponente sede monumentale chiamando poi il TINTORETTO a dipingervi il suo più famoso ciclo pittorico con episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Essa è l’unica delle antiche Scuole Grandi ad essere sopravvissuta alla caduta della Repubblica.

È un luogo eccezionale dove oltre 60 dipinti sono conservati nella loro collocazione originaria in un edificio che dalla sua costruzione non ha quasi subito modifiche.

Oggi il sodalizio è ancora attivo e persegue ancora gli antichi compiti caritativi, oltre a curare il suo notevolissimo patrimonio artistico.



Sin dal Cinquecento, la Scuola riserva attenzione particolare alla celebrazione della festa patronale, giorno in cui, all’epoca della Repubblica si compiva anche

l’andata, cioè la visita del doge alla chiesa e alla Scuola,

visita della quale si ha notizia sin dal 1523.

 



In origine occasionale, l’andata  divenne una ricorrenza fissa dopo

la PESTE del 1576, quando SAN ROCCO fu dichiarato compatrono

di Venezia, e nel 1577 il doge Sebastiano Venier, dopo aver visitato la chiesa del Redentore per sciogliere il voto per la liberazione dal morbo, si recò anche alla chiesa dedicata al santo.


Il celebre dipinto di CANALETTO (1735 c.), oggi alla National Gallery di Londra, raffigura un momento delle complesse celebrazioni, quando il doge, dopo aver assistito alla Messa, accompagnato dalla Signoria e dagli ambasciatori, esce dalla Chiesa di SAN ROCCO, sostando davanti alla Scuola addobbata per l’occasione.




CANALETTO

CANALETTO - The Feast Day of Saint ROCH

 



TINTORETTO


TINTORETTO – San ROCCO risana gli appestati – Chiesa di San ROCCO


Tra gli apparati allestiti all’interno e all’esterno dei propri edifici per celebrare degnamente la festa, la Scuola usava porre al centro della Sala superiore uno honoreuole candelabro, che veniva chiesto in prestito “hora a una chiesa et hora ad un’altra“, fino a quando nel 1545 non si deliberò di acquistarne uno proprio.


Con il passare del tempo l’attenzione verso questi apparati suntuari crebbe.


Dai “cusini sopra ele quali si possi inginocchiare il serenissimo principe”

(1607) al celebre tendon del dose (1671).

Nel 1743 la Scuola deliberava di dotarsi di una serie di apparati lignei riccamente intagliati, policromi e dorati concepiti appositamente per celebrare degnamente la festa patronale e la venuta del doge che, secondo una tradizione durata per più di tre secoli, da Giovanni Mocenigo (1478) a Lodovico Manin (1789), all’atto della sua elezione diventava

confratello di SAN ROCCO.

“Gode questa nostra Scola erretta sotto la prottezione del glorioso SAN ROCCO il distinto onore d’esser uisitata ogn’anno nel giorno della festiuità di detto santo dal Principe Serenissimo, e dalla Serenissima Signoria, oue altresì concorre quantità imensa di popolo, e massime de forastieri portadi non meno dalla deuozione, che dalla curiosità d’amirare nella Scola stessa l’opera delle più cospicue che adornino questa Serenissima dominante”

“Giusto quindi essendo di accogliere la maestà pubblica con tutta quella decenza e decoro, che ben si deue, si troua questa Scola in mancanza di baldachini, capo certamente di suppelletile il più neccessario all’effetto …”.

Si delibera dunque “di prouedere perché una uolta per sempre uenga assicurata questa nostra Scola di auere a proprio uso tal capo di suppelletile come neccessarijssimo così corrispondente alla decenza e al decoro”.

Contemporaneamente vengono eseguite anche le due grandiose poltrone gemelle da parata, destinate ad essere usate dal doge, una in Chiesa e l’altra in Sala del’Albergo, secondo quanto registra nelle sue memorie Vincenzo Melli, che scrive:

“1743 16 aprile [ma più credibilmente agosto]: in questo anno per la prima volta si esposero due Troni, uno in Chiesa, l’altro in Scola, per Sua Serenità di velluto cremese con passamani d’oro”.

In legno intagliato, scolpito e dorato, con ricchissimi motivi vegetali, le due poltrone (oggi esposte in Sala Capitolare) sono decorate con putti, che fungono da telamoni in luogo delle zampe, decorano i braccioli e sostengono alla sommità del dorsale uno scudo con il monogramma della Scuola.

 

 

Festa-di-San-Rocco Poster def-1-717x1024

 



SAN ROCCO patrono del Terziere CASTELLO a CITTA’ DELLA PIEVE :

i festeggiamenti tradizionali prevedono la "Fiera di SAN ROCCO" nei giorni 13 / 14 agosto e la "Festa a Palazzo" il 16 agosto nelle tipiche ambientazioni quattro-cinquecentesche che caratterizzano il PALIO DEI TERZIERI.

 

 

© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati