Il mio progetto per la XXVII edizione 2024  di DONNA FOTOGRAFA

L’idea scaturisce mentre ai Musei Reali di Torino la mostra AFRICA le collezioni dimenticate rende omaggio ai paesi delle espansioni coloniali europee, con una particolare attenzione al Corno dAfrica …



“Da grande voglio fare l’esploratore” … scrissi in un tema alle elementari, affascinata dalle letture dei grandi romanzi di avventura come Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne e il ciclo indo-malese di Emilio Salgari capitanato da La tigre della Malesia.

Il resto è venuto da sé : ho viaggiato molto … l’ ETIOPIA è rimasta nel mio cuore, sulle orme di Vittorio Bottego - ufficiale del Regio Esercito - che si rese famoso con le sue esplorazioni nel Corno dAfrica. Con la seconda spedizione del 1895-97 esplorò l’estremo Sud del paese.

Bottego raggiunse la VALLE dell’OMO il 29 giugno 1896 e ne seguì il corso fino alla foce nel lago Turkana (allora chiamato Rodolfo). Qui in unarea relativamente ristretta vi è un insieme di etnie fra le più varie ed interessanti dell’intera Africa, rimaste fedeli alle loro tradizioni grazie allisolamento in cui hanno sempre vissuto e anche allostilità reciproca.

 

Ai margini sud occidentali dellETIOPIA, lungo le vallate al confine col Sudan, vive il gruppo nilotico più intatto: i SURMA, che sono stati sloggiati dalle loro terre ancestrali dai BUME, loro tradizionali nemici.

 

I SURMA vivono appartati tra le Montagne della Luna, sulle alture a ovest del corso inferiore dell’Omo River. Hanno conservato intatte le loro tradizioni e il loro stile di vita, in primis l’aspetto estetico caratterizzato da perforazioni labiali, pitture corporee e copricapi vegetali.


Allevatori e guerrieri, sono in perenne conflitto tribale per il bestiame ed i pascoli. Il bestiame governa la vita quotidiana, l’economia e la stessa società: grazie alla dote in bovini delle sorelle, i maschi potranno a loro volta sposarsi e il clan si organizza in funzione delle continue razzie subite o inflitte.


Caratteristica peculiare dei SURMA i piattelli labiali trapezoidali portati dalle donne nel labbro inferiore e le decorazioni disegnate sui corpi degli uomini.

L’usanza del piattello deriva dalla tradizione dei MURSI, un’etnia alla quale i Surma appartengono come famiglia. La differenza fra loro sta nel tipo di piattello usato: rotondo di terracotta per le donne Mursi e trapezoidale di legno, quindi più leggero, per le Surma.


Gli uomini SURMA vivono completamente nudi e solo raramente ricoprono il corpo con una stoffa portata sulla spalla.


I SURMA tengono molto al loro aspetto estetico tanto da aver sviluppato complesse tradizioni di pittura corporea. I migliori artisti sono di solito gli uomini che non solo si dipingono tra di loro, ma decorano anche le donne e i bambini della tribù.


Le pitture vengono realizzate con polvere di gesso mescolata ad acqua oppure con argilla e acqua.  Con la punta di un pezzo di canna imbevuta nell’impasto creano motivi a forma di vortici, cerchi, strisce, fiori, stelle … tutti apprezzati unicamente per la loro bellezza. Non manca occasione per dipingersi, specialmente in occasione della DONGA.



DONGA – il rituale dei SURMA nella VALLE dell’OMO


Il momento rituale più importante dell’anno per i SURMA è rappresentato dalla DONGA, nota in amarico come Zegine o Saginay, che si celebra  in concomitanza con la fine della stagione delle piogge. Si tratta di una lotta a colpi di bastoni dalla punta arrotondata che misurano due metri di lunghezza, chiamati Daguingo.

Ad affrontarsi i giovani più forti dei villaggi che attraverso la Donga dimostrano forza, abilità, destrezza, velocità, astuzia e coraggio di fronte alla comunità difendendo l’onore individuale, quello del gruppo e la loro virilità. Tutto ciò consente al vincitore di acquisire prestigio sociale oltre al privilegio di poter scegliere la donna che gli andrà in moglie.

La cerimonia si svolge nello spiazzo adibito precedentemente consacrato dallo stregone … i giovani decorano con maestria i propri corpi, realizzando disegni geometrici e motivi decorativi con una miscela di polvere di gesso ed acqua.

Utilizzano protezioni varie realizzate con cordoni di tele ritorte, ritagli di copertoni, coni in fibra vegetale intrecciata

La gente arriva dai villaggi vicini e si riunisce attorno ai duellanti che si affronteranno fino a decretare la vittoria dell’uno sull’altro.

La fine della Donga viene annunciata dallo shimaghilè (l’anziano ) che come in apertura batte tre volte in terra i ramoscelli di fombo.



Condensare in sole 7 immagini un rituale così impegnativo non è facile …

 


DONGA 01


1 l’arrivo di un gruppo da un villaggio …

 

 

SURMA-omo-RIVER

2 uno sfidante si sistema sul capo una sciarpa prima di indossare una specie di casco realizzato con tele ritorte …

 

 

DONGA 03

3 lotta a colpi di bastoni … sul capo scorre del sangue

 

 

 

DONGA 04

4 il ragazzo di un altro villaggio è pronto per la sfida …

 

 

DONGA 05

5 combattimenti due a due

 

 

DONGA 06

6 tutti gli sfidanti attorno …

 

 

DONGA 07

7 due giovani sconfitti a riposo



Reportage fotografico by Barbara CARICCHI

© Copyright Barbara Caricchi ARTIVAMENTE – Tutti i diritti riservati