SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME: CHI E’ LA PIU’ BELLA DEL REAME ??

“BIANCANEVE e i SETTE NANI” – fiaba dei Fratelli GRIMM

La regina è una bellissima donna che possiede uno SPECCHIO MAGICO, al quale si specchia vanitosa. Invidiosa della bellezza della giovane figliastra Biancaneve, incarica un cacciatore di portare la ragazza nel bosco e ucciderla. Un giorno però la regina cattiva, grazie allo SPECCHIO FATATO , scopre che la ragazza è viva e in salute. Cerca così di ucciderla nuovamente, riuscendoci con una mela avvelenata. Qualche tempo dopo viene invitata alle nozze di un principe e una principessa, e lo specchio la avverte che la sposa è più bella di lei. Questa sposa si rivela essere Biancaneve, risvegliata dall'amore del principe.



SPECCHIO DELLE MIE BRAME

dimmi chi è il più bravo del reame ah ah ah

c'è un rivale in giro che fa dondolare

tutti con un ritmo ah!

Sempre uguale, freddo quasi innaturale

questo dubbio mi ossessiona, chi è?...

Macchina elettronica

efficienza e logica

non si può competere

è una gara inutile …


“SPECCHIO DELLE MIE BRAME” – Edoardo BENNATO

 


Ma chi sei, ma chi sei
SPECCHIO SPECCHIO DELLE MIE BRAME
Cosa vuoi, cosa vuoi
Sono la strega di Biancaneve
Dimmi che, dimmi che
Non tornerò mai com'ero prima
Dimmelo perché
Perché voglio di nuovo trovare la strada
Che tu avevi scelto per me …

“GECHI E VAMPIRI” – Geraldina TROVATO



“SPECCHIO DEI TEMPI”LA STAMPA a TORINO



Michelangelo PISTOLETTO – QUADRI SPECCHIANTI - Il Maestro e la Fondazione CITTADELLARTE a BIELLA


PISTOLETTO, nel corso del 1962, mette a punto la tecnica con la quale produrrà d'ora in avanti i suoi QUADRI SPECCHIANTI : una lastra di ACCIAIO INOX LUCIDATO A SPECCHIO con un’immagine trasferita con tecnica di riporto fotografico. Si tratta di ricalcare una fotografia, ingrandita a dimensioni reali, a punta di pennello, su carta velina. A partire dal 1971 la velina dipinta sarà sostituita da un processo serigrafico di riproduzione dell’immagine fotografica.


I QUADRI SPECCHIANTI costituiscono il fondamento dell’opera del Maestro. Le caratteristiche essenziali, che l’artista stesso individua in essi, sono:


la dimensione del TEMPO, non soltanto rappresentato, ma realmente presente con il continuo mutare dell’opera;

l’inclusione nell’opera dello SPETTATORE e dell’AMBIENTE circostante, che ne fanno “l'autoritratto del mondo”;

la congiunzione di coppie di OPPOSTE POLARITA’(statico/dinamico, superficie/profondità, assoluto/relativo, ecc), costituite e attivate dall'interazione tra l’immagine di natura fotografica e ciò che avviene nello spazio virtuale generato dalla superficie specchiante;

la collocazione delle opere ad ALTEZZA PAVIMENTO, per cui i quadri aprono un varco attraverso il quale l'ambiente in cui sono esposti si prolunga nello spazio virtuale dell'opera … una porta che mette in comunicazione arte e vita.


I QUADRI SPECCHIANTI vengono esposti per la prima volta nella personale di Michelangelo PISTOLETTO alla Galatea nell’aprile del 1963.


 

DIVISIONE e MOLTIPLICAZIONE DELLO SPECCHIO

 

Lo specchio può riflettere qualsiasi cosa tranne se stesso. Dividendo però lo specchio in due e spostando progressivamente le due metà ad angolo lungo l'asse della loro divisione, lo specchio si moltiplica.

Questo fenomeno è alla base di una serie di opere ed attività dell'artista in cui il principio della suddivisione si manifesta come fondamento universale di ogni sviluppo organico e, sul piano sociale, della condivisione come logica alternativa a quella dell’accumulazione e dell’esclusione.


“Sono intervenuto tagliando lo specchio insieme alla cornice in cui lo avevo posto, così le due mezze parti della cornice, rimanendo attaccate ai due specchi, testimoniavano l’unità da cui questi derivavano. Una serie di lavori ed operazioni sullo SPECCHIO TAGLIATO sono proseguite in vari luoghi e circostanze, da Corpus Christi negli USA ad Aalborg in Danimarca…” Michelangelo PISTOLETTO



MIRROR (1-2-3) a CITTADELLARTE - by Mauro DRAGONI 


MIRROR 1

 

MIRROR 2

 

MIRROR 3

 

 

SPECCHIO D’ACQUA …


NARCISO – IMMAGINE RIFLESSA nell’ACQUA

Narciso (in greco antico: Nárkissos) - personaggio della mitologia greca, famoso per la sua bellezza. Figlio della ninfa Liriope e del dio fluviale Cefiso (o secondo un'altra versione di Selene ed Endimione), nel mito appare incredibilmente crudele, in quanto disdegna ogni persona che lo ama. A seguito di una punizione divina si innamora della sua stessa immagine riflessa in uno SPECCHIO D’ACQUA e muore cadendo nel fiume in cui si specchiava.



Michelangelo Merisi da Caravaggio: "Narciso" (1594-1596). ROMA, Galleria nazionale d'arte antica.



La REGINA di SABA al cospetto di RE SALOMONE … la deformità rappresentata dal piede caprino e dall’irsutismo delle gambe rivelata dallo SPECCHIO D’ACQUA - o in alternativa dal pavimento di cristallo della sala delle udienze - che Salomone le fa attraversare …



VEDO NERO … come disse la Marchesa camminando sugli SPECCHI … canta ZUCCHERO

Vedo nero
Coi miei occhi
Come disse la marchesa camminando sugli SPECCHI
Me la vedo nera
Ma nera nera!
Ma non mi arrendo
Alzabandiera!
Vedo nero
Sai perché?
Te! Voglio te!



IMMAGINE RIFLESSA nelle VETRINEtrittico “MANICHINI” by Barbara CARICCHI – ARTIVA

 

MANICHINI 



 

SPECCHI DEFORMANTI … attrazione a CITTA’ DELLA DOMENICA – PERUGIA & Luisa SPAGNOLI



SPECCHIO METALLICO – Corredo funerariola tomba di KHA e MERITMuseo Egizio di TORINO


Museo Civico Archeologico a BOLOGNA - Corredo funerario etrusco con SPECCHIO DI BRONZO

 

Le caratteristiche del corredo di questa sepoltura femminile ad inumazione riconducono alla tradizione etrusca.
Piuttosto modesti sono gli ornamenti personali, costituiti solo da una collana di perle d’ambra e pasta vitrea, mentre l’oggetto di maggior pregio è senz’altro da riconoscere nello SPECCHIO DI BRONZO, decorato sul rovescio.



La deposizione di specchi, oggetti destinati alla cura del corpo, è infatti diffusa a Bologna nelle SEPOLTURE ETRUSCHE a partire dalla metà del V sec. a.C.



Specchi di questo tipo, costituiti da un disco di bronzo, lucidato su un lato e dotati di un manico a parte (in legno oppure in osso), erano prodotti in botteghe dell’Etruria centrale interna e dell’Etruria settentrionale.
Sul lato opposto a quello riflettente erano riprodotte, ad incisione, scene, spesso di genere, ispirate ad episodi mitologici.
In questo caso è raffigurata una figura femminile alata, forse una Lasa, che regge un vaso - l’alabastron - destinato ad accogliere unguenti e profumi.


Provenienza: Bologna, necropoli Benacci, tomba 663
Datazione: Fine IV - inizi III sec. a.C.
Materiale: Bronzo
Dimensione: Diametro cm 14,2
Numero di inventario: 16295





MIRRORLESS – new technology per fotocamera digitale …


Lo SPECCHIO, presente in tutti i sistemi REFLEX, permette di far deviare i raggi luminosi in entrata dalla lente su un piano superiore, rendendo così possibile la visione della scena così come è.

Nel sistema REFLEX, il “click” dello scatto fa sollevare lo specchio verso l’alto (oltre ad aprire l’otturatore) e di conseguenza si forma l’immagine sul piano focale dove si trova la vecchia pellicola nel caso di macchine analogiche, oppure un moderno sensore digitale nel caso delle macchine sul mercato attuale.

Le macchine fotografiche digitali reflex sono ottime per qualità dell’immagine finale, velocità operativa nello scatto e nella messa a fuoco. Il punto di debolezza è l’ingombro e il peso del sistema reflex.
Dall’altra parte le compatte offrono il vantaggio di poter stare all’interno di una tasca, a scapito della qualità di immagine. Alzando gli Iso, le compatte soffrono molto del fenomeno chiamato “Rumore Digitale” dovuto al sensore molto piccolo. Inoltre sulle compatte non è possibile cambiare gli obiettivi … la velocità operativa è notevolmente inferiore rispetto alla reflex .



Le fotocamere MIRRORLESS nascono dall’idea di costruire una macchina reflex in un corpo macchina più stretto e leggero “semplicemente” togliendo lo specchio.
L’immagine si va così a formare direttamente sul sensore, il quale rimanda quello che vien visto sul monitor, come in una compatta, oppure in un mirino elettronico.





LUCIDATURA A SPECCHIO DEI METALLI



EDIFICI RIFLETTENTI  



SPECCHI USTORIla leggenda del genio di ARCHIMEDE … flotta in fiamme !!

Nell'immaginario collettivo gli SPECCHI USTORI sono indissolubilmente legati all' ASSEDIO di SIRACUSA da parte dei Romani durante la seconda guerra punica, durante il quale - nel 212 a.C. – ARCHIMEDE li avrebbe usati per bruciare le navi romane.

Uno SPECCHIO USTORE può essere realizzato con uno SPECCHIO PARABOLICO. Con buona approssimazione la stessafunzione può essere svolta usando un gran numero di SPECCHI PIANI che riflettano la luce in un unico punto. Si è ipotizzato che questa seconda soluzione (ottenuta magari con specchi indipendenti, ciascuno manovrato da una persona) sia stata quella utilizzata in pratica.


I raggi del Sole concentrati dagli specchi in un unico punto sarebbero stati in grado di bruciare il legno delle navi romane. Il primo a parlare dell’episodio fu GALENO, seguito da Cassio Dione Cocceiano e vari altri autori, tra i quali i bizantini Giovanni Zonara e Giovanni Tzetzes,ma anche il barone von Riedesel.

La struttura descritta da Zonara e Tzetzes viene rappresentata in una scena del film storico “CABIRIA”. Si tratta di almeno 24 grandi SPECCHI PIANI, disposti in una sagoma esagonale su un graticcio ruotante posizionato su un palo infisso nel terreno: lo specchio centrale serviva a dirigere il raggio solare riflesso sul bersaglio, mentre gli specchi laterali venivano fatti convergere con un sistema di cinghie.



Nel Settecento Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon, tentò di ripetere l'esperienza degli SPECCHI USTORI costruendo un modello composto da 148 SPECCHI PIANI costituenti approssimativamente un paraboloide. La struttura era dotata di leverismi in grado di spostare il fuoco adattandolo alla posizione assunta dal bersaglio. L'esperienza di Buffon ebbe il risultato di concentrare la luce del sole sino a fondere del piombo e dello stagno, ma non dimostrò né replicò l'evento "storico" delle navi incendiate.

Oggi il metodo di concentrazione dei raggi solari viene utilizzato in alcune CENTRALI SOLARI per la produzione di energia elettrica. Un esempio di applicazione è la centrale sperimentale Archimede nei pressi di SIRACUSA che sfrutta dei metodi innovativi.

Uno SPECCHIO PARABOLICO CONCAVO viene usato anche durante la cerimonia di accensione della FIACCOLA OLIMPICA prima di ogni edizione dei Giochi Olimpici.



“Specchi ustori” di Giulio Parigi (1600) presso lo Stanzino delle Matematiche, Galleria degli Uffizi a FIRENZE



SPECCHIO RETROVISORE … SPECCHIETTI LATERALI … in AUTO !!

 

SPECCHIO – SEGNALETICA STRADALE agli innesti “coperti” di vie … scarsa visibilità …

 


SPèCCHIATI !! … GUARDATI ALLO SPECCHIO !! … IL RIFLESSO DELL’ IMMAGINE


SPECCHIERA

SPECCHIETTO PER IL TRUCCO in borsetta !!

SPECCHIO INGRANDITORE

SPECCHIETTO ANGOLATO dal dentista !!


SPECCHIO “BASCULANTE”

ANTE A SPECCHIO negli armadi …




GLI OCCHI : LO SPECCHIO DELL’ANIMA …

“IL FALSO SPECCHIO” – MAGRITTE




PAVIMENTO LUSTRATO A CERA : ti ci puoi SPECCHIARE !!



GALLERIA DEGLI SPECCHI :

il locale più celebre del PALAZZO REALE di GENOVA dove spiccano quattro statue (Giacinto, Clizia, Amore o Narciso, Venere) di Filippo PARODI e un gruppo marmoreo (Ratto di Proserpina) di Francesco SCHIAFFINO …

al primo piano del monumentale PALAZZO MEDICI RICCARDI di FIRENZEGALLERIA di LUCA GIORDANO - che custodisce nella volta un ciclo di affreschi compiuto da Luca Giordano tra il 1682 e il 1685 …

la stanza più celebrata di tutto il complesso della REGGIA di VERSAILLES. Utilizzata per molte cerimonie della corte francese durante l' Ancien Régime, la GALERIE DES GLACES ha ispirato molti altri architetti nel mondo. Ha oggetti in stile Rococò e sul muro all'epoca c'erano TREMILA CANDELE che riflettendosi contro i numerosi specchi illuminavano la stanza.
Simbolo della potenza del monarca assoluto fu costruita tra il 1678 e il 1684 chiudendo la terrazza del castello nuovo, continuando a fungere da passaggio tra gli appartamenti del Re e quelli della Regina. Il Grand Appartement del RE SOLE, utilizzato per i ricevimenti, fu allora spostato nel castello vecchio. La decorazione fu affidata a Charles Le Brun.


una delle quattro gallerie decorate e affrescate che corrono attorno al cortile di PALAZZO DORIA PAMPHILJ di ROMA e ospitano il nucleo fondamentale della GALLERIA – ampia raccolta di pitture, arredi e statue con lavori di Jacopo Tintoretto, Tiziano, Raffaello Sanzio, Correggio, Caravaggio, Guercino, Gian Lorenzo Bernini, Parmigianino, Gaspard Dughet, Jan Brueghel il Vecchio, Velázquez … La Collezione fu creata a partire dal XVI secolo dalle famiglie Doria, Pamphilj, Landi e Aldobrandini che sono ora unite tramite matrimoni e discendenze con il cognome semplificato di Doria Pamphilj, dopo essere state a lungo conosciute come Doria Landi Pamphili.




SALA DEGLI SPECCHI :

PALAZZO DUCALE di MANTOVA – la Reggia dei GONZAGA - realizzata su commissione del duca VINCENZO riadattando un loggiato affacciato sul giardino Ducale, prende il nome dai molti SPECCHI INCASSATI NELLE PARETI. Le lunette e la volta vennero affrescate sotto il duca FERDINANDO, che si concesse questo piccolo lusso in un periodo in cui le casse del ducato non erano molto fonde. La grande lunetta decorata con le Arti Liberali, nello stile nordico molto in voga all’inizio del XVII secolo, é del maestro bavarese Cario Santner (1618). Gli affreschi della volta - "Dei dell’olimpo" e "Carri del Giorno e della Notte" - sono attribuiti al Gessi e al Sementi, due allievi di Guido RENI.




FABBRICAZIONE DI SPECCHI

I primi specchi erano semplici  lastre di metallo, spesso argento, rame o bronzo,  leggermente curve che venivano lucidate alla perfezione per renderle riflettenti.
Nel '500  Leonardo FIORAVANTI ideò una tecnica per fabbricare gli specchi utilizzando mercurio o stagno, cioè dei metalli riflettenti. Questa tecnica venne ripresa dai Veneziani, che diventarono dei  veri maestri in questa arte,  commerciando specchi in tutto il mondo e perfino in Oriente.



Nella tecnica veneziana si prendeva una lastra di cristallo , un tipo di vetro estremamente trasparente e incolore, che veniva resa perfettamente piana e lucidata . Questa lastra, unita a  fogli di stagno usando il mercurio come fissante, creava specchi di straordinaria qualità. Il processo era comunque costoso e complesso e rendeva lo specchio prodotto in questo modo un bene di lusso . 

Quasi trecento anni dopo, nel 1835, Justus von Liebig inventò il modo di creare specchi usando un processo chimico di rivestimento del vetro con l'argento . Con una soluzione di nitrato di argento, ammoniaca e acido tartarico venivano fissate assieme minutissime particelle di argento al vetro che poi, sul retro, veniva ricoperto da gommalacca in funzione di protezione.


Oggi gli specchi sono composti da lastra di vetro su cui è deposto un sottile strato di argento o alluminio, fissato al vetro per elettrolisi. Lo strato metallico è deposto sul lato opposto a quello riflettente ed è ricoperto da una vernice a scopo protettivo. In questo modo il delicato rivestimento è protetto dal vetro stesso . Questa scelta, però, causa una minore capacità riflettente allo specchio, che, in genere,  riflette circa l'80% della luce che lo colpisce.


Da FOCUSJunior.it


  

GIOCO DI SPECCHI



SEGNALAZIONI A DISTANZA con SPECCHIO AIUTO!!!! SOS!!!!

In una giornata di SOLE, uno SPECCHIO può essere un buon dispositivo di segnalazione. Qualsiasi OGGETTO LUCIDO potrà essere utile allo scopo … Attenzione però a non dirigere il fascio luminoso negli occhi di un ipotetico soccorritore che potrebbe essere anche accecato al protrarsi dell’azione …



SPECCHIETTO sulla MITRA degli UZOUART di RORE: BAHIO DE SAMPEYRE


La Bahìo (in grafia occitana normalizzata baïa) è una festa tradizionale occitana che si svolge ogni cinque anni (prossima edizione 2017) nel comune di Sampeyre, in Valle Varaita, nella provincia di Cuneo, nelle prime settimane di febbraio. È una delle più importanti e antiche feste tradizionali delle Alpi italiane. Le origini risalgono attorno al 975 o al 980, quando le squadre di saraceni che erano penetrate nella valle per saccheggiarla vennero scacciate dalla popolazione locale.


La Bahìo è composta da quattro cortei o "eserciti", provenienti dal capoluogo e da tre sue frazioni: Sampeyre (Piasso), Rore (Rure), Calchesio (Chucheis), e Villar (Vilà). Per tradizione al corteo partecipano solo gli uomini di ogni borgata, interpretando anche i ruoli femminili. Il cerimoniale è articolato e complesso … i variegati personaggi indossano fantasiosi e complicati costumi realizzati dalle donne del borgo e adorni di BINDELnastri colorati ( rif. articolo “BINDEL e CUCARDE … Baìo! Baìo! “ nella sezione Textile Art )


Il momento di comunicazione più profondo tra pubblico e interpreti è il ballo. Al suono di violini, fisarmoniche, organetti e clarinetti si aprono le danze :

courento, gigo, courento di custiole, countradanso, tresso, bureo d'San Martin, bureo vieìo mulinet  ...



Gli UZOUART, armati di fucile, rappresentano le guardie del corpo degli ALUM

A Sampeyre e Calchesio indossano un vestito nero elegante, le maniche decorate con un doppio motivo a zig-zag che forma dei rombi. Portano una fascia con tre nastri attorno alla vita e due coccarde : una sulla fascia e l’altra all’occhiello.

A Villar la giacca ha gli orli bianchi. Su maniche e pantaloni il motivo a zig-zag è di colore rosso. Due fasce: una trasversale e l’altra attorno alla vita, terminante con una coccarda. Un’altra coccarda è sulla giacca.

A RORE indossano una divisa floreale di stoffe di colori diversi con pantaloni larghi. Sul capo hanno una specie di MITRA vescovile completamente ricoperta di bindel e coccarde, i cui nastri scendono lunghi e numerosi posteriormente … sul davanti c’è uno SPECCHIETTO !!




SPECCHIO ROTTO … 7 ANNI di DISGRAZIE …

Perché si dice che lo specchio rotto porta sfortuna?



È probabile che questa credenza sia legata al forte valore simbolico dello specchio: oggetto "magico" capace di duplicare le cose, ma anche le persone. Questa caratteristica può aver spinto le generazioni passate a pensare che infrangere l'immagine riflessa equivalesse in qualche modo a uccidere la persona stessa o a farle del male, un po' come avviene nei riti Vudu, quando gli stregoni seviziano con spilloni una bambolina che rappresenta il malcapitato destinatario della sciagurata influenza.
Come tutte le superfici capaci di riflettere le immagini (vetro, acqua, metallo), fin dall'antichità lo specchio è stato considerato carico di poteri magici.

I Romani pensavano che esso permettesse di osservare tutto ciò che avveniva nelle parti più lontane dell'Impero.

Religioni come l'Islam o l'Ebraismo, invece, consigliano di capovolgere gli specchi durante la veglia funebre, per evitare che essi impediscano all'anima del defunto di lasciare il mondo terreno.


Lo specchio è presente anche nelle pratiche di stregoneria, reali o fantastiche: Caterina de' Medici divinava attraverso uno SPECCHIO MAGICO, e la regina cattiva di Biancaneve gli sottoponeva ogni giorno il celebre quesito:

“SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME: CHI E’ LA PIU’ BELLA DEL REAME ? ”


da FOCUS.it



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