MIELE : EGIZI  GRECI  ROMANI

 


LATTE & MIELE - rimedio naturale per il MAL DI GOLA

TIGLIO & MIELE : sento ancora il profumo tipico di quella tazza fumante che arrivava in camera quando da bambina stavo a letto con l'influenza e il raffreddore : < dai, bevilo caldo, che ti passa il mal di gola ! > Accettavo riluttante ... perfortuna TOPOLINO !!

 

PROPOLI - sostanza resinosa vegetale presente nelle gemme e nella corteccia delle piante, raccolta ed elaborata dalle API con l'aggiunta di cera, polline ed enzimi prodotti dal loro stesso organismo. Il colore può variare moltissimo nelle tonalità del giallo, del rosso, del marrone e del nero. L'odore è fortemente aromatico e diverso, a seconda della pianta di provenienza. La raccolta della propoli avviene in giornate soleggiate e sufficientemente calde, quando i pezzetti di resina sui rami degli alberi diventano più malleabili.
 
Il nome deriva dal greco PRO "davanti" e POLIS "città" : «davanti alla città» ... in senso figurato "difensore della città".
Il termine è stato usato da Aristotele e da Plinio il vecchio nella sua Naturalis historia per indicare la resina trattata , utilizzata dalle API per difendere la loro città - ALVEARE - dai pericoli che possono minacciarla, quali malattie e predatori.

Le api utilizzano la propoli per irrobustire i FAVI, creando sui bordi delle cellette una specie di "rete" che le rinforza e per rivestire le pareti interne delle celle utilizzate per la deposizione delle uova e l'allevamento delle larve. Viene utilizzata anche per sigillare l' ARNIA, chiudendo tutte le piccole fessure comunicanti con l'esterno e quegli spazi interni che non consentono il passaggio delle api (spazio d'ape), per rivestire, mummificandoli, i cadaveri di animali morti all'interno dell' ALVEARE (api e predatori) che le api non riescono ad espellere, per costruire barriere di difesa e, molto importante, per ridurre alla giusta misura il foro di volo, specie in vista dell'inverno. In sintesi la PROPOLI  viene utilizzata insieme alla CERA come materiale da costruzione, come isolante e come rivestimento protettivo per tutte le superfici interne dell'alveare. Dal punto di vista sanitario la propoli svolge le funzioni di antibiotico e antivirale.

È molto probabile che presso gli EGIZI la PROPOLI fosse una delle sostanze usate per la MUMMIFICAZIONE (la "resina" che viene citata nelle fonti storiche). Più tardi è stata utilizzata come VERNICE per STRUMENTI MUSICALI dai maestri liutai, il più famoso dei quali è Antonio STRADIVARI. La propoli viene utilizzata in APITERAPIA, medicina alternativa...
PROPOLI - CARAMELLE e SOLUZIONE ALCOLICA contro il MAL DI GOLA e le infezioni orali.
In virtù delle innumerevoli attività benefiche, prodotti a base di propoli sono ammessi anche in AGRICOLTURA per la difesa delle colture. In particolare, si sfruttano le seguenti azioni:
    Antisettico: contenimento in modo naturale di vermi (antielmintico) batteri (antibiotico) e di funghi (antimicotico), accentuazione delle auto-difese delle piante, riduzione della formazione delle gommosi fisiologiche delle drupacee
    Protettivo: formazione di una pellicola cerosa idrorepellente di difesa sulla superficie dei frutti che ostacola lo sviluppo dei patogeni
    Cicatrizzante: rapido asciugamento e cicatrizzazione delle ferite provocate da tagli di potatura, eventi climatici, (grandine, vento, ecc.), punture di insetti.
    Attrattivo per le api: la caratteristica profumazione attrae gli insetti impollinanti favorendo una naturale fecondazione del fiore (la presenza di boro favorisce l'allungamento del budello pollinico).


API & ALVEARE

I FAVI ( le cellette) di un ALVEARE sono di forma ESAGONALE perché l’esagono è il poligono con il rapporto tra perimetro e area  più vantaggioso.

APE REGINA  & “sciamatura”
Quando – per mille motivi – la vecchia ape regina abbandona con la sua famiglia l'alveare, lascia nello stesso un discreto numero di uova (un’ape regina può deporre circa 2000 uova al giorno).

Le API che restano nell'ALVEARE devono “ricreare” una regina, l’unica in grado di deporre le uova e garantire il ricambio generazionale .

Quando si schiudono le uova, le API NUTRICI selezionano un insetto perfetto - il BRUCO - e iniziano a nutrirlo in modo speciale !!

Quello che determina la classe di un’ APE è il cibo che riceve! Quindi se un bruco ha nella sua celletta solo MIELE e POLLINE diventerà un’ OPERAIA , mentre se ha a sua disposizione PAPPA REALE  diventerà una REGINA. La pappa reale garantisce che il bruco dopo dieci giorni sia un vero e proprio “gigante”, molto più sviluppato di tutti gli altri che si sono nutriti a polline. Solo i bruchi che mangiano pappa reale riescono a sviluppare gli organi atti alla deposizione.

L’APE REGINA durante il suo "volo nuziale" si accoppia con più di 100 maschi : tratterrà il loro seme per tutta la sua vita all’interno di un organo detto“spermateca”. In un secondo organo invece potrà trattenere le sue uova.
Dopo il volo nuziale l’ape regina non uscirà più dalla sua casa, ma si occuperà della deposizione, decidendo se fecondare o meno le uova. L’uovo non fecondato origina un MASCHIO (il gradino più basso della scala gerarchica delle api), mentre quello fecondato genera una FEMMINA (fondamentale per la vita attiva e operosa dell'alveare)


ARNIA - ricovero artificiale dove vive la colonia di API DOMESTICHE, principalmente APIS MELLIFERA, e dove, come nella struttura naturale dell'alveare, costruisce il FAVO.

Un'arnia può contenere più di 90.000 individui, suddivisi in tre caste: l' APE REGINA, i FUCHI e le API OPERAIE. Le api che si incontrano normalmente sono operaie specializzate nell'attività di bottinatura. Costituiscono di norma la parte più numerosa della colonia.

Un gruppo di ARNIE disposto da un APICOLTORE sul terreno viene chiamato APIARIO.

L' ARNIA tradizionale in PAGLIA - in inglese SKEPS, "cesta" - fu molto utilizzata in tutta l' area mediterranea, in Asia orientale e in Egitto per l'economicità e la semplicità degli elementi necessari alla sua costruzione. La paglia, veloce da tessere, è un ottimo isolante termico ed è impermeabile all'acqua.

L'ARNIA ottenuta da un TRONCO scavato fu chiamata "vaso" ... era usata già ai tempi dell'Impero Romano. In Europa si utilizzarono vasi realizzati con tronchi di alberi diversi, tra cui la quercia da sughero, vasi in vimini rivestiti in gesso, vasi di legno.
Columella, nella sua opera "I dodici libri di agricoltura", ne fà una eccellente descrizione già nell'anno 50 d.C., raccomandando luoghi dove situare l' APIARIO, descrivendo la raccolta del MIELE, ecc.

Anche nella MELIPONICOLTURA tradizionale MAYA, i tronchi scavati furono le arnie più comuni per le API SENZA PUNGIGLIONE.

Gli EGIZI, i SIRIANI ecc. costruivano VASI di ARGILLA COTTA per le loro api.

In Lituania è molto comune scolpire alberi che servono come arnie ma si possono osservare anche tronchi scavati che vengono utilizzati come arnie orizzontali.




LE API DEI MAYA - FOCUS.it

Prive di pungiglione, hanno abitudini diverse dall'ape europea. Sono però anch'esse accudite e protette, e protagoniste di importanti programmi di rivalorizzazione dell'identità culturale indigena.

Le API SENZA PUNGIGLIONE , comuni nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo - Centro e Sud-America, Africa, Asia e Australia - appartengono alla tribù dei MELIPONINI (ordine degli Imenotteri). Alcune specie sono molto antiche e si pensa esistessero già al momento della separazione del continente americano da quello africano. Il fossile piú datato, una Trigona prisca conservata in ambra, risale al Cretaceo, tra i 60 e gli 80 milioni di anni fa.

Erano note ai MAYA, che le addomesticarono e praticavano la

MELIPONICOLTURA con complessi rituali religiosi, per la produzione di

MIELE (manjar de los Dioses, cibo degli Dei), POLLINE e CERA.

Attualmente si conoscono circa 500 specie di api senza pungiglione ...
Differiscono dalle API DEL MIELE EUROPEE (genere APIS) per il fatto di non poter pungere, perché il loro pungiglione è totalmente atrofizzato. Hanno però sviluppato altri sistemi difensivi: dalle guardiane a perenne sorveglianza dell'ingresso dell'alveare, alle robuste mandibole con le quali mordono e tagliano i peli dei predatori di miele, alla produzione di sostanze caustiche da ghiandole specializzate, come nel caso dell' APE DI FUOCO (genere Oxytrigona).

Sono organizzate in complesse società ripartite in caste: l'ape regina, le giovani regine vergini, le operaie e le raccoglitrici di nettare e polline. I maschi svolgono un ruolo importante solo al momento della riproduzione (volo nuziale della regina), e in alcune specie si è osservato un loro ruolo attivo nella pulizia dell'alveare.

Un MELIPONARIO è composto da 30 a 40 ARNIE, ma può diminuire quando si allevano specie con un forte carattere territoriale. La popolazione media di un'arnia va da 3.000 a 5.000 individui (ma anche questa è una variabile): un'operaia può vivere fino a 50 giorni, la regina da 1 a 3 anni. Queste api producono miele tutto l'anno, e solo nei Paesi dove c'è una marcata stagionalità la produzione si riduce nel periodo invernale o delle piogge.

Le api senza pungiglione battono circa 1 km, un territorio molto ridotto se confrontato con le comuni api da miele europee, che mediamente "bottinano" (raccolgono nettare) in un raggio di 3 km.

Le piante visitate sono in genere Euphorbiaceae, Compositae (o asteracee), Labiatae, Fabacee (leguminose), Moraceae, Myrtaceae. Particolarmente importante è il loro ruolo come impollinatrici di alcune specie coltivate, come il pomodoro, il camu-camu (Myrciaria dubia, un arbusto nativo dell'Amazzonia peruviana), il carambolo (Averrhoa carambola, un albero da frutta originario dell'India e dello Sri Lanka) e il banano.

Nel 2015 la ONG peruviana Urku Estudios Amazónicos ha presentato al Governo peruviano un progetto (poi finanziato) in perfetto equilibrio tra ricerca scientifica nell'ecosistema amazzonico, conservazione della biodiversità e rivalorizzazione dell'identità culturale indigena.
Il progetto permetterà alla comunità dei KICHWA (nel nord-ovest del PERU', in piena foresta amazzonica) di costruire tre meliponari moderni e di contare, per la fine del 2017, su un importante introito economico per la comunità, generato appunto dal MIELE delle api senza pungiglione. Con il supporto tecnico-scientifico della ONG, saranno soprattutto le donne a essere formate sull' ALLEVAMENTO DELLE API e sulla RACCOLTA DEL MIELE. Oltre ai vantaggi per la comunità locale, per la prima volta in Perù sarà analizzato il contenuto in antiossidanti e descritte le proprietà físico-chimiche e microbiologiche dei mieli prodotti dalle api senza pungiglione.


APE & ARALDICA

In araldica l' APE è assunta come simbolo di OPEROSITA', LAVORO, DOLCEZZA. In Francia simboleggia anche la SPERANZA.
Talvolta sono rappresentati anche gli ALVEARI.
L' APE, in genere, è vista dal dorso, montante e con le ali sia chiuse che aperte: in quest'ultimo caso l' APE è detta VOLANTE. Lo smalto ordinario è l'oro.

Le API più note sono quelle portate dalla famiglia BARBERINI e quelle che ornavano il manto imperiale di NAPOLEONE.

I BARBERINI , originari di Barberino Val d'Elsa in Toscana, furono un'influente famiglia principesca e papale italiana, nota sin dalla prima metà dell'XI secolo. La famiglia raggiunse il picco massimo con il cardinale Maffeo Barberini, che nel 1623 venne eletto papa con il nome di URBANO VIII. Furono inoltre grandi mecenati e protettori delle arti, circondandosi di grandi artisti come BERNINI, BORROMINI, PIETRO da CORTONA.

La famiglia portava l'originario nome "Tafani" : a Firenze, la loro residenza era Palazzo Tafani da Barberino. Vista la denominazione poco signorile, con l'ascesa della fortuna familiare il loro nome fu mutato in "Barberini" (dal paese d'origine) e sul loro stemma i TAFANI furono sostituiti da API.


Un ALVEARE circondato da operose API era lo stemma dell'antica e prestigiosa ACCADEMIA DEI FILERGITI (dal greco: amici delle opere).
Aveva sede a FORLI' con il compito di favorire gli studi nell'ambito sia letterario che scientifico, a scopo civile, morale e religioso. Grande interesse fu anche rivolto ai miglioramenti in campo agrario, animando, agli inizi del XIX secolo, un "intenso dibattito agronomico".

Il simbolo dell'ALVEARE viene utilizzato in MASSONERIA per indicare il TEMPIO, all'interno del quale operano laboriosi tutti i Fratelli.




MIELE - prodotto dalle API a partire dal NETTARE e dalla MELATA.

La melata, con un gusto molto dolce simile allo zucchero, è prodotta da vari omotteri, fitomizi, i cui escrementi zuccherini sono la base alimentare per numerosi insetti. Il nettare è bottinato sui fiori di moltissime piante. Il miele in parte è usato

come nutrimento dalle api e in parte è trasformato in CERA D'API per costruire le celle esagonali.

La parola MIELE sembra derivare dall'ittita MELIT. Per millenni, ha rappresentato l'unico alimento zuccherino concentrato disponibile. Le prime tracce di ARNIE costruite dall'uomo risalgono al VI millennio a.C. circa.

Nell' ANTICO EGITTO il miele era apprezzato; risalgono a 4000 anni fa le prime notizie di APICOLTORI che si spostavano lungo il Nilo per seguire, con le proprie arnie, la fioritura delle piante. Gli Egizi usavano deporre accanto alle mummie grandi coppe o vasi ricolmi di miele per il loro viaggio nell'Aldilà. Dalla decifrazione dei geroglifici è risultato palese che ricette a base di miele erano impiegate non solo ad uso alimentare, ma anche medico, per la cura di disturbi digestivi e per la produzione di unguenti per piaghe e ferite.

I SUMERI lo impiegavano in creme impastate con argilla, acqua e olio di cedro, mentre i BABILONESI ne facevano uso culinario: erano diffuse focaccine fatte con farina, sesamo, datteri e miele. Nel Codice di Hammurabi si ritrovano articoli che tutelano gli apicoltori dal furto di miele dalle arnie.

La MEDICINA AYURVEDICA , già 3.000 anni fa, considerava il miele come purificante, afrodisiaco, dissetante, vermifugo, antitossico, regolatore, refrigerante, stomachico e cicatrizzante. Per ogni specifico caso era indicato un differente tipo di miele: di ortaggi, di frutti, di cereali o di fiori.

I GRECI lo consideravano "cibo degli dei", perché rappresentava una componente importantissima nei riti che prevedevano offerte votive. Omero descrive la raccolta del miele selvatico; Pitagora lo raccomandava come alimento per una vita lunga.

I ROMANI ne importavano grandi quantitativi da Creta, Cipro, dalla Spagna e da Malta. Da quest'ultima pare anche derivarne il nome originale Meilat, appunto terra del miele. Veniva utilizzato come dolcificante, per la produzione di IDROMELE, di birra, come conservante alimentare e per preparare salse agrodolci.

Nella alimentazione medievale il miele aveva un ruolo ancora centrale, seppure ridotto rispetto all'antichità, ed era usato principalmente come agente conservante oltre che dolcificante.

Il miele fu gradualmente soppiantato come agente dolcificante nei secoli successivi, soprattutto dopo l'introduzione dello zucchero raffinato industrialmente.

Solo recentemente, in virtù delle riconosciute proprietà terapeutiche, il miele sta ritornando in voga.


L'arrivo dello SMIELATORE - ricordi d'infanzia ...

Sembrava un "acchiappafantasmi" protetto dalla TUTA con un CASCO integrale stile CAPPELLO a falda larga munito di una VISIERA A RETE e in mano il FUMOGENO ...

Le API accumulano il MIELE prodotto nei FAVI (TELAINI) contenuti nel

MELARIO all'interno dell'ARNIA. Per l'estrazione è necessario  togliere le api contenute nel melario. Per questa operazione si utilizza il SOFFIATORE che fa uscire FUMO BIANCO e FREDDO per calmare le api e limitare le aggressioni.

I FAVI dei melari sono generalmente opercolati, ovvero con le CELLETTE ESAGONALI chiuse con un tappo di cera. Occorre togliere questo "tappo" per permettere al miele di fuoriuscire. Questa operazione viene effettuata manualmente con una apposita forchetta o coltello ...

Per la SMIELATURA i TELAINI vengono posti nello SMIELATORE - un recipiente cilindrico messo in rotazione : la forza centrifuga fa fuoriuscire il miele, che viene filtrato e raccolto in secchi -  "latte".




Il MIELE ALLUCINOGENO delle API GIGANTI dell'HimalayaFOCUS.it


In Nepal, tra i KULUNG per raccontare la storia dell'ultimo

CACCIATORE DI MIELE. Un miele molto particolare.

Nel 2018 uscirà il documentario "L'ultimo cacciatore di miele": prodotto da National Geographic/The North Face, è la storia di Mauli Dhan Rai, 58enne nepalese che, da quando aveva 16 anni, rischia la vita per raccogliere uno speciale MIELE PSICOTROPO, sacro per l'etnia Kulung.

Mauli è appeso su di uno strapiombo a oltre 2.500 metri d'altezza, in mezzo a uno sciame di enormi api certamente arrabbiate, quasi senza protezioni, per portare a valle alveari che pesano 60-70 kg ognuno.

La spirito giusto per affrontare lo sciame di api infuriate, afferma Mauli, è non mostrare paura - la qual cosa comunque non gli risparmia 20-40 punture a spedizione. Raccogliere il miele è però una tradizione sacra: un compito che può svolgere solo chi è stato istruito in sogno da uno spirito della foresta.
Tra FUMI e CORDE, è un lavoro di gruppo, ma è solo Mauli che ha la "conoscenza" per lavorare con gli alveari delle api himalayane, lunghe più di 3 centimetri. Mauli è l'ultima persona ad avere ricevuto questa sorta di illuminazione, ed è questo che fa di lui L'ultimo cacciatore.

MAD HONEY - MIELE PAZZO. Le proprietà allucinogene di questo miele sono date dalla graianotossina, una tossina presente nelle piante della famiglia delle Ericaceae, come le azalee e i rododendri.
In primavera, quando l' APE HIMALAYANA - APIS LABORIOSA DORSATA - la più grande ape del mondo, raccoglie il nettare di questi fiori, la tossina finisce nel miele, che diventa così letale per molti animali ma non per l'uomo, se non in dosi concentrate ed elevate.
L'effetto del mad honey è stato descritto dal fotografo/reporter David CAPRARA che nel 2016 ha realizzato per VICE il docufilm "The Honey Hunters of Nepal" (i cacciatori di miele del Nepal): «Ne ho presi due cucchiaini, la quantità consigliata. Dopo circa 15 minuti ho iniziato a sentire che il mio corpo si stava raffreddando, partendo dalla nuca fino in basso. Dallo stomaco sentivo una sensazione calda e gelida durata diverse ore». Tutt'altro che piacevole, si direbbe...

È così, perché gli effetti non sono uguali per tutti e per ogni stagione e circostanza. In minime quantità può essere inebriante, con tutto il suo contorno di riti tradizionali si dice che favorisca sogni e visioni, dosato in modo opportuno è un rimedio della medicina tradizionale, usato a sproposito - raccontano i Kulung - può indurre un forte rigetto (vomito e diarrea), si alternano momenti di luce e di oscurità (cecità temporanea) e si resta, anche per molte ore, coscienti in uno stato di paralisi.




HONEY BEE -  il celebre scatto di  Richard AVEDON :

BEE MAN  "In the American West"

Un apicoltore con 120.000 api che applicava il feromone dell'ape regina al petto di Ronald Fischer, attirava l'attenzione delle api e impediva loro di pungere il soggetto. Dopo lungo lavoro sono emersi due ritratti attentamente studiati, con un messaggio molto diverso tra loro :

 



AVEDON bee-man

 


"In questo (a sinistra), sente il pungiglione delle api. Lui sente dolore. Accetta la sofferenza - come un martire cristiano. Ma nell'altro (a destra),  rimuove il dolore in modo buddhista. È ignaro del pungiglione. Questo è il potere dell'immagine per me. Parla più direttamente alla mia comprensione di come sopportare, di come prevalere ” - "Avedon at Work nell'Ovest americano" by di Laura Wilson

 



"LATTE e MIELE" gruppo genovese di rock progressivo italiano.



RADIO LATTEMIELE - emittente radiofonica privata pluriregionale nata nel 1982 a BOLOGNA e di proprietà di Tecninvest srl. È diretta da Franco Mignani. Trasmette prevalentemente musica italiana, sia classici che nuovi successi. Nel palinsesto trovano posto anche diverse rubriche, come l'oroscopo curato dall'astrologo Paolo Fox e Usi e consumi condotto da Vicky Mangone.



< Bella, Dolce, Cara mammina > CAROSELLO :

MIELE & CARAMELLE LATTEMIELE AMBROSOLI

CARAMELLA giallo-verde AMBROSOLI - "BALSAMICA AL MIELE"

 



MIELE & EROS : il mitico FRIGO di

"Nove settimane e mezzo " ... la scena gastrosexual più famosa del cinema ... “Ora chiudi gli occhi e ti metti giù seduta per terra”...

"9 settimane e ½ " - (9½ Weeks) - film 1986, diretto da Adrian LYNE, interpretato da Mickey ROURKE e Kim BASINGER. Girato interamente a New York, si fa notare per il suo lieve erotismo e per aver lanciato le carriere dei due protagonisti.




ORSI & MIELE : "Yogi Bear" - YOGHI , BUBU & DISNEY


Yoghi e Bubu sono due orsi grizzly che vivono nel parco di Jellystone (nome tratto dal famoso parco di Yellowstone) che si divertono a rubare i cestini da pic-nic ai turisti ... arriva il Ranger Smith ... gulp !!

 

APICOLTURA

Varietà di MIELE :  di tutto, di più !!

ACACIA     CASTAGNO    MILLEFIORI     TARASSACO ( soffione o dente di leone)


LAVANDA    ROSMARINO   in Provenza


MIEL de SAPIN ( ABETE )  MIEL de Foret    Miel d'Eté   Miel d'Ardèche
L'ABEILLE TURQUOISE à SILHAC

MIELE dalla SARDEGNA - Riserva naturale di MONTE ARCOSU - " LE TRE API " - MILLEFIORI


COLA MIELE : sferette magica !!


CERA d'API - MILLE USI

La cera d'api viene usata sin dall'antichità : ne sono state rinvenute tracce nei dipinti della grotta di Lascaux e nelle mummie Egizie. Gli Egizi la utilizzavano anche nella costruzione delle navi. Nel periodo Romano la cera d'api serviva per isolare dall'acqua i dipinti murali e costituiva uno dei materiali realizzativi dei ritratti delle mummie di Fayum (con la tecnica dell'encausto). Nel Medioevo era considerata di valore sufficiente per diventare una forma di valuta. Più recentemente ha trovato uso come materiale modellante, come componente della cera sigillante e dei cosmetici. La cera d'api è anche il materiale tradizionale con cui vengono costruiti i bocchini dei didgeridoo e i tasti dei kutiyapi filippini (un tipo di liuto).

La cera d'api è usata in commercio per creare eleganti CANDELE, COSMETICI e PRODOTTI FARMACEUTICI (tra cui la cera ossea), per lucidare materiali (soprattutto scarpe), come componente delle cere modellanti e in vari altri prodotti come per la preparazione di encaustico (miscela di cere) per la LUCIDATURA DEI MOBILI. Viene comunemente usata durante l'assemblaggio dei tavoli da biliardo per riempire i fori delle viti e le scanalature tra le ardesie.

Le candele di cera d'api sono le preferite di molte chiese ortodosse orientali perché bruciano in modo pulito, con gocciolamento pressoché assente lungo le superfici verticali e un fumo poco visibile. La cera d'api è anche il materiale (o per lo meno una significativa parte del materiale) prescritto per la creazione delle candele pasquali ed è raccomandato per altre candele usate nella liturgia della Chiesa Romana Cattolica.

La cera d'api può essere usata per fare delle SAPONETTE, con l'aggiunta di olio d'oliva.

La cera d'api viene inoltre utilizzata come RIVESTIMENTO DEI FORMAGGI, per proteggerli durante la stagionatura. Come additivo alimentare la cera d'api è conosciuta come E901 (agente lucidante).

Le caratteristiche di combustione delle candele di cera d'api differiscono da quelle della paraffina. Una candela di cera d'api ha un colore più "caldo", più giallo di quello della paraffina, e il colore della fiamma può variare a seconda della stagione in cui la cera è stata raccolta.

La cera d'api è impiegata, sciolta in essenza di trementina, insieme ad altre cere come per esempio la cera carnauba, nella LUCIDATURA DEI MOBILI. La miscela di due o più cere sciolte in essenza di trementina viene chiamata encaustico.

La cera d'api è inoltre un ingrediente della CERA PER BAFFI , così come della CERA PER DREADLOCK (rasta), e venne usata nella fabbricazione dei cilindri usati nei primi FONOGRAFI .

Parzialmente saponificata, diventa la cosiddetta CERA PUNICA, usata nella pittura a encausto.




MIELE & COSMESI

CERETTA AL MIELE - depilazione

SHAMPOO   SAPONE    BAGNOSCHIUMA




STRUFOLI umbri al MIELE : CARNEVALE è ...



STRUFFOLI - tipici DOLCI NATALIZI della cucina

napoletana. La ciambella è composta da numerosissime minuscole palline di pasta dolce fritta, raffreddate e avvolte in MIELE caldo.  La composizione è decorata con pezzetti di cedro e altra frutta candita, pezzetti di zucchero e confettini colorati (chiamati diavolilli, diavoletti oppure "minulicchi").



CORNETTI integrali al MIELE : dolce colazione !!

MIELE & NOCI : merenda slurp !!

MIELE & FRUTTA SECCA : dolci natalizi !

PANE & MIELE

YOGURT & MIELE - CORINTO (Grecia)

FORMAGGI & MIELE



CARTELLATE pugliesi con  MIELE & MANDORLE

o VINCOTTO - dolce tipico del periodo Natalizio.



CARTELLATE 170

 



SEADAS COL MIELE !! Slurp !!

SEADAS - Sebadas, Sebàda, Seatta o Sevada - specialità tipica della SARDEGNA.

Dischi di pasta (semola impastata con lo strutto) ripieni di formaggio fresco di pecora, fritti e conditi con MIELE DI CORBEZZOLO o cosparsi di zucchero. Nel passato le seadas erano consumate come pietanza, un sostanzioso piatto unico, per la presenza delle proteine e dei grassi del formaggio. Curiosa l’origine del nome, che sembrerebbe derivare dal dialetto locale “seu”, che allude alla lucida patina regalata al dolce dal miele che lo ricopre.

DONO di BENTORNATO. Le donne sarde erano solite offrire SEADAS ai propri mariti pastori che rientravano a casa dopo l’assenza per la transumanza. Testi come il De Agricoltura di Catone e il Satyricon di Petronio citano ricette a base di FORMAGGIO, FARINA e MIELE che ricordano molto da vicino la specialità sarda. Originarie delle zone interne rurali, in particolare centro e nord, in cui si praticava la pastorizia , le SEADAS si sono diffuse su tutta l'isola ed oggi sono iscritte nella lista dei prodotti agroalimentari tipici (PAT).

Le seadas vanno gustate rigorosamente calde, con il formaggio ancora fuso ... intinte  nel miele appena fuso ...
Ottime accompagnate dai vini bianchi dolci tipici locali, come la Vernaccia di Oristano o il Moscato di Sardegna.




TURDILLI - tipico dolce di Natale della Calabria.

Gnocchetti dolci fritti , insaporiti con MIELE e decorati con confettini colorati - i "diavurilli". Il MIELE ideale sarebbe quello DI FICHI, difficile da trovare. In alternativa si può usare il MIELE DI FIORI d'ARANCIO, oppure il comune MILLEFIORI aromatizzato con cannella o con anice.




TORRONE di TONARA - NOCI e MIELE - prodotto nel cuore della Barbagia, sulle montagne sarde, secondo l’antica ricetta.



TORRONEnoci 753



TRAPPOLA AL MIELE - HONEY TRAP
Una vecchia arma dello spionaggio, la honey trap, letteralmente “trappola al miele”: in pratica, un agente che usa le sue arti amatorie per incastrare un bersaglio.
AGENTE SEGRETO 007 &  L'ARMA DELLA SEDUZIONE


CIUCCIO AL MIELE per i neonati ...

"L'APE MAYA" per la gioia dei più piccoli ...



APE CAR - veicolo a tre ruote prodotto dalla PIAGGIO fin dal 1948. È un vero e proprio simbolo italiano unico al mondo. Un motofurgone derivato da uno scooter. Il primo modello fu costruito a partire dalla VESPA.
Oggi l'APE è costruito anche in India su licenza. Uno dei suoi utilizzi più caratteristici, nella versione "APE CALESSINO", è quello di risciò motorizzato o di TUK-TUK, mezzi di trasporto pubblico ormai desueti in Italia, ma ancora molto diffusi nel sud est asiatico.


MIELOSO    SDOLCINATO     SMIELATO


MIELE & ARTE

Calendario LAVAZZA 2017: ‘We Are What We Live’. Protagonista all’11a edizione di ‘Terra Madre’: il legame fisico tra uomo e natura.
Con fotografie di Denis ROUVRE. Realizzato in collaborazione con SLOW FOOD il calendario celebra gli ‘Earth Defenders’ asiatici, uomini ‘difensori della Terra’. Metà uomo e metà ambiente.

FAVI sulle pareti rocciose ... la grande scalata ...


L’INDIA e le migliaia di API di KOTAGIRI da cui si ricava il MIELE MILLEFIORI.  

Il MIELE MILLEFIORI DELLA FORESTA è raccolto dai favi dell’APIS DORSATA che nidifica negli anfratti delle rocce o sugli alberi più alti della regione indiana del NILGIRI (letteralmente "montagne blu"). Nella regione di Coonoor e Kotagiri,

le scarpate più scoscese costituiscono la meta dei CACCIATORI DI MIELE di etnia Kurumba e Irula, che praticano ancora questa attività ancestrale di raccolta del miele.
Di ottima qualità il miele più amaro, derivato dal nettare dei FIORI DI SYZIGIUM.
Le comunità indigene hanno sviluppato le tecniche migliori e un’agilità senza pari per raccogliere i FAVI di questa ape grande e aggressiva.
Il MIELE abbonda da marzo a giugno ... le quantità raccolte dipendono dalle piogge e dalle fioriture, con un raccolto complessivo che può variare tra una e nove tonnellate all’anno.



"MIELE" canta IL GIARDINO DEI SEMPLICI

MIELE
Era il colore
Dei nostri corpi addormentati
Sotto il sole.
Sulle tue labbra
C'era un sapore
Che
Non ho scordato mai.
MIELE
Le nostre fughe
E si tornava lenti come
Tartarughe
Quella sera che inventai il tuo nome
Gia' cadevano le prime stelle
MIELE

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