SCHISCETTA in Lombardia … BARACHIN in Piemonte ...

termini dialettali riferiti al contenitore per il trasporto e il consumo di vivande - detto anche GAVETTA, SCODELLA di “tola” (latta), MARMITTA o PORTAVIVANDE - usato tipicamente da operai e studenti.

 

SCHISCETTA 



BARACHIN - Un tempo in Piemonte il termine veniva usato per definire una persona “povera” che non poteva permettersi un pasto vero. Successivamente divenne sinonimo di operaio. Nei tempi di massimo splendore della FIAT a TORINO i suoi operai venivano chiamati i barachin d’la Fiat.



SCHISCETTA deriva da schiacciare - schiscià in milanese - perché il cibo veniva schiacciato nel contenitore. E' stata prodotta in moltissime versioni: la più nota, caratterizzata dalla chiusura ermetica, è “La 2000”, progettata da Renato CAIMI e prodotta industrialmente a partire dal 1952 dalla Caimi Pentolux , microazienda di Nova Milanese.



Storia della SCHISCETTA :

uno degli oggetti simbolo delle fabbriche e del lavoro.



La SCHISCETTA è nata grazie all’intuizione del fondatore della CAIMI Brevetti di Nova Milanese, azienda brianzola leader nel design a livello mondiale.

È bastato un sobbalzo del tram nel tratto tra Nova Milanese e Milano e il genio di Renato CAIMI si è messo all’opera.

«Mio padre si trovava sul tram. Allora tutti lo usavano per andare a Milano a

studiare o lavorare. A un certo punto la vettura ha preso un dosso e un

pentolino con la minestra è caduto sul cappello di un viaggiatore»

racconta Gianni Caimi.

Tanto è bastato per pensare a un contenitore ermetico che mettesse al riparo da questi inconvenienti. E, infatti, nel 1952 la CAIMI ha brevettato la SCHISCETTA, cambiando le abitudini di lavoratori e studenti che l’hanno utilizzata per le loro pause pranzo.

Ne sono state fatte diverse versioni.

La prima era tutta in alluminio …



Solo a inizio anni ‘70 le fabbriche si attrezzano per

realizzare le mense interne.

Prima di allora non c’erano alternative: per pranzo o si andava a casa o si mangiava fuori, in trattoria, sfruttando l’ora di pausa, oppure, se si abitava lontano, ci si portava il cibo da casa. I turnisti, poi, avevano 20-30 minuti compresi nel turno di lavoro: per loro la SCHISCETTA era quasi una necessità.

In fabbrica c’erano delle vasche con acqua riscaldata da serpentine. Le SCHISCETTE venivano messe lì, in caldo. Poi si prendevano posate e tovagliolo portati da casa e ci si metteva a mangiare e a scambiare quattro chiacchiere.

SCHISCETTE rotonde anche a due piani: nella parte inferiore si metteva il primo, in quella superiore il secondo con il contorno.

SCHISCETTE ovali coi ganci laterali per la chiusura stile contenitori delle conserve.



CAIMI Brevetti «ha saputo trovare soluzioni originali a problemi quotidiani dalla antica SCHISCETTA ai moderni pannelli fonoassorbenti».



In Lombardia la SCHISCETTA è considerata un’icona del boom economico, scelta da Assolombarda come simbolo del lavoro di Milano nell’ambito del progetto “Forse non tutti sanno che..” ideato per mettere in evidenza oggetti simbolo dell’industria e della cultura.

Il modello “La 2000” è esposto permanentemente al museo del design della Triennale presso la Villa Reale di Monza … il brevetto originale è stato esposto a Roma presso l'Ara Pacis.

               SCHISCETTA 2000                    SCHISCETTA 2000 d

 


L’impresa brianzola CAIMI Brevetti recentemente ha vinto il German Design Award, il “premio dei premi”, il ventisettesimo riconoscimento internazionale assegnato ai pannelli fonoassorbenti brevettati dall’impresa. Si è anche assicurata il Compasso d’oro, una sorta di Oscar del design.



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