Letizia Battaglia, Loredana Longo e Maria Marshall

Al piano nobile di Palazzo della Corgna a Città della Pieve la mostra inaugurata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne a cura di Adina Drinceanu, organizzata e prodotta da E.R.A. Ecosostenibilità, Ricerca, Arte.


Circa 30 le opere in mostra (fotografie, film, installazioni e video) che raccontano come le tre artiste abbiano affrontato il tema della potenza dell’amore e della sua mancanza, che si configura come punto di partenza per una riflessione profonda sulla rinascita e il riscatto.

 

< La mostra si ispira al principio partire da sé, elaborato da Luisa Muraro e dalle teoriche femministe della comunità filosofica Diotima. Questo concetto si riferisce a un percorso di auto-riflessione che mira a trasformare gli individui in agenti attivi di cambiamento, sfidando le oppressioni e promuovendo la giustizia sociale tramite il dialogo e lazione collettiva > spiega la curatrice.

Diotima dal nome della donna che Platone nel Simposio introduce come maestra di Socrate sul concetto dell’Eros.

 

TRAVAGLIO D’AMORE : tre artiste al lavoro per cambiare il mondo

 

Letizia Battaglia, nata a Palermo il 5 Marzo 1935, è tra le prime donne fotoreporter italiane, una delle principali testimoni delle guerre di mafia. Fotografa alcuni tra gli episodi più cruenti della storia repubblicana quali omicidi di magistrati, poliziotti e personaggi politici. Contemporaneamente sviluppa una sensibilità fotografica verso le donne, le bambine e i bambini siciliani che vivono in condizioni di miseria e povertà.

 

 

Battaglia

 

Di Letizia Battaglia sono stati selezionati 17 scatti scelti tra le fotografie più intime che si riferiscono agli anni ’80 e ’90, audaci narrazioni foto giornalistiche che hanno messo in luce alcuni aspetti oscuri della violenza legati a tematiche mafiose, opere in cui l’amore viene mostrato come forma di resistenza, catturando momenti di tenerezza, vulnerabilità, dolore e leggerezza.

 

 

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Rosaria Schifani, vedova dell’agente di scorta Vito, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone, Palermo 1992

 

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Dopo la morte del marito Vito Schifani nella strage di Capaci la figura di Rosaria Costa esce dall’ombra con un grido di sfida contro la mafia …

 

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Loredana (2020) -

stampa Fine Art di Letizia Battaglia e cornice in ferro di Loredana Longo

La vera gabbia, che ci fa sentire inibiti nel manifestare il nostro essere più profondo, è una costruzione sociale esterna a noi. Si innalza e sviluppa a partire dal pregiudizio che affonda le proprie radici nella paura e mira a limitare la nostra libertà d’espressione, talvolta riuscendo a farci sentire a disagio nel vestire la nostra stessa pelle.

Nell’insolita cornice c’è una spranga di metallo che sembra voler coinvolgere lo spettatore ad agire attivamente: sembra un invito a scassinare quella gabbia che costringe e limita, a combattere il pregiudizio anziché alimentarlo.

 

Curiosando a testa in su nelle sale del piano nobile di Palazzo della Corgna affrescate da Salvio Savini nel 1580 si può notare una curiosa assonanza visiva tra questa opera di Letizia Battaglia e il dettaglio dell’affresco tratto dal ciclo sulle Metamorfosi di Ovidio che rappresenta il mito di Siringa e Pan.

Immagini dal significato profondamente diverso, elaborate a distanza di secoli, frutto di realtà molto distanti, eppure così vicine.

 

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La ninfa per sfuggire all’amore violento del dio invoca l’aiuto delle Naiadi che la trasformano in un fascio di canne sulle sponde del fiume Ladone. Pan, ascoltando la dolce melodia delle canne mosse dal vento, ne lega alcune insieme per farne un flauto.

La “gabbia” di giunchi dipinta dall’artista manierista ha una duplice valenza : la metamorfosi è sia il gesto positivo con cui Siringa viene salvata dalla violenza del satiro, sia quello che bloccherà per sempre l’anima e il corpo della ninfa in un fascio di canne palustri.

 

Loredana Longo, nata nel 1967 a Catania e attiva tra Catania e Milano, è unartista di spicco nel panorama dellarte contemporanea. Conosciuta per esplorare il contrasto tra costruzione e distruzione, forza e fragilità, utilizza le esplosioni per disintegrare fisicamente oggetti fragili, toccando temi quali la violenza, il danno e la vittoria.


Nella monumentale installazione Capitonnè SkinWall (2020) - tagli e cuciture su pelle imbottita, bottoni, pannello truciolato, video - l’amore per il proprio corpo diventa un riflesso dei conflitti sociali e personali.

 

 

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Loredana Longo trasforma un gesto intimo e fisico - il proprio corpo coperto di vernice nera lanciato contro una parete bianca divisa in cinque pannelli - in un’opera che esplora il confine tra personale e universale. Le impronte lasciate sulla carta da questa azione acquistano tridimensionalità sul pannello di pelle imbottita.

 

 

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Molto più che semplici tracce corporee, diventano simboli carichi di significati multipli che riflettono l’esperienza immediata dell’individuo e danno vita a dialoghi sociali più complessi.

Il corpo è il punto d’incontro-scontro dell’interiorità individuale più intima del singolo con l’universale con cui si rapporta e fa esperienza.

Il lavoro drammatizza il conflitto nel suo aspetto più penetrante, capace di immergere lo spettatore in un territorio di tensioni dove la realtà è sfumata tra superficie e profondità, tra l’esplicito e l’implicito.

Alla base della riflessione della Longo sta evidentemente il pensiero per cui non è nettamente scindibile il binomio corpo-essenza … il binomio fenomeno-noumeno di Kant : lo strato più esterno e apparentemente più facilmente conoscibile di ogni individuo è caratterizzante della sua persona esattamente quanto quello più intimo, come spiega anche il gioco di parole

My Body is not Nobody (2022) – light box

 

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Il mio corpo non è nessuno : il mio corpo esprime un’identità specifica, unica e irripetibile …

 

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All my Skin (2022) – tagli, cuciture e scritte su pelle



Maria Marshall, artista anglo-svizzera nata nel 1966 in India, vive e lavora attualmente a Città del Messico. È diventata nota negli anni 90 per i suoi lavori video, che coinvolgono prevalentemente i suoi figli come attori e soggetti. I suoi progetti recenti, come Thought, combinano video, fotografia, pittura e scultura, basandosi su concetti meditativi. Le sue opere creano atmosfere oniriche e angoscianti, esplorando tematiche morali e psicologiche.

Attingendo alla sua esperienza di maternità e alla depressione post-partum, indaga i temi dell’innocenza e dell’identità attraverso immagini oniriche realizzate grazie ad alcune illusioni digitali.

Introduce alla Sala Rosa (Sala del Banchetto) I Should be Older Than All of You – film 35mm del 2001

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L’opera mostra un ragazzo immobile e sereno in una scatola circondata da serpenti, unendo la tradizione dei dipinti barocchi come la Madonna della Serpe di Caravaggio a influenze moderne di Donald Judd e Mark Rothko.

I serpenti, emergendo dalla cornice barocca, svelano lentamente un contrasto tra innocenza e pericolo, in un’immagine potente e suggestiva.

 

Il riferimento a Caravaggio emerge sia dai contrasti marcati di luce - ombra, sia dalla presenza dei serpenti che riconduce alla Madonna dei Palafrenieri (o Madonna della Serpe) - dipinto a olio su tela conservato nella Galleria Borghese di Roma.

 

Caravaggio Madonna dei Palafrenieri


Il quadro mostra Maria con il Bambino mentre schiacciano il serpente del peccato originale, alla presenza di SantAnna. Lopera fu commissionata al Caravaggio il 31 ottobre 1605 dalla potente Arciconfraternita dei Parafrenieri Pontifici.


La stoffa rossa drappeggiata che copre parzialmente il corpo del ragazzo nella scatola rimanda ai numerosi sipari teatrali presenti in molte opere caravaggesche coma ad esempio la Morte della Vergine (1604-1606) - dipinto a olio su tela conservato nel Musée du Louvre di Parigi.

 

Caravaggio La Morte della Vergine

 


La scatola labirintica in cui è disteso il ragazzo recupera il taglio geometrico e pulito delle opere di Donald Judd - pioniere del Minimalismo degli anni ’60. Nelle sue creazioni l’impiego di materiali industriali disposti in sequenza secondo schemi ripetitivi per sondare la tridimensionalità dello spazio.

 

Donald-JUDD


 

La campitura del colore suggerisce anche una vicinanza con i Color field paintings anni ’40-’60 di Rothko, uno dei maggiori esponenti dell’Espressionismo Astratto.

 

Mark ROTHKO

 

Queste opere di grande formato sono realizzate con campiture rettangolari di pochi colori dai bordi sfumati ed evanescenti su fondi monocromi. Mark Rothko intende coinvolgere con immediatezza lo spettatore nell’inquietudine e nel senso tragico dell’esistenza. Questo messaggio è condiviso da Maria Marshall : lo spettatore percepisce la situazione di pericolo del ragazzo e si preoccupa nel vederlo indifferente alla minaccia.

 

Nella Sala Azzurra chiude la mostra l’installazione video in dialogo su due schermi I Can See the Wood for the Trees (Vedo il bosco nonostante gli alberi), in cui Maria Marshall evoca la forza della maternità come strumento di resistenza e denuncia contro la violenza della guerra e quella contro la natura.

 

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L’artista attinge ai suoi istinti materni per proteggere suo figlio sfidando un carro armato in azione. Attraverso sequenze oniriche ed illusioni digitali mette in discussione l’esistenza stessa del carro armato, in un confronto tra guerra e innocenza.

Il racconto inizia con un primo piano ravvicinato sullo sguardo dell’artista : due occhi ipnotici verdi da rettile



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Lo basalisco en li ogli sì porta lo veneno;
col vardar alcì li omini, de questo non è meno.

E l’oclo de la femena è de luxuria pleno:
vardando l’om, confondelo e ’l secca como feno.



Il basilisco (un favoloso rettile mortifero) porta il veleno negli occhi: uccide gli uomini con lo sguardo, questo è sicuro. E l’occhio della femmina è pieno di lussuria: guardando l’uomo, lo ammalia e lo prosciuga come il fieno …

citano i Proverbia quae dicuntur super natura feminarum

Il basilisco è una creatura mitologica citata anche come re dei serpenti con il potere di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi.


E si rimane catturati dallo sguardo di Maria Marshall … sguardo di sfida di chi ha puntato la sua preda : il carrarmato nemico contro cui opporre resistenza … resistenza pacifica alla guerra di una donna che è anche mamma …

Da una parte il neonato che piange - simbolo di innocenza e rinascita - e dall’altra il carrarmato che avanza – simbolo di violenza e morte …

 

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E poi le pennellate della madre che cancellano l’immagine del carrarmato per il ritorno alla quiete …

 

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Reportage fotografico by Barbara CARICCHI e Mauro DRAGONI

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