CASA LUZI (1962-64) – sorprendente villa ai piedi di Superga

Architettura organica opera di Elio Luzi e Sergio Jaretti

Ce ne parla il figlio Andrea che di mestiere fa l’architetto come suo padre Elio … diviso tra sperimentazioni nella casa dell’infanzia e le vigne materne a Clavesana, nelle Langhe, terra di Dolcetto.

A Torino i segni di suo padre sono ancora visibili ovunque, dai quartieri chic a quelli popolari. Dalla Torre Mirafiori alle Torri Pitagora, alla sede centrale dell’Unicem di San Mauro, un progetto a cui ha partecipato anche Andrea insieme allo studio A5. E poi c’è una delle case più caratteristiche della città, scelta anche da Dario Argento come location del film Il gatto a nove code: la Casa dell’Obelisco di via Bicocca all’angolo con corso Fiume, il desiderio di tutti quelli che cercano una casa in precollina. < Da fuori sembra Gaudì con tutte quelle linee curve. Appena entri, però, è tutta un’altra storia, sembra di stare nella Francia della Belle Epoque >

 

CASA LUZI immersa nel verde, ha le pareti di mattoni a vista prodotti a Chieri dalla fornace Ballatore negli anni ’60.

 

 

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Noto subito i grossi bamboo ai margini del prato antistante … 5 canne modellate dal fuoco hanno invaso la casa piena di testimonianze : libri ovunque, la cassetta delle pipe, i disegni architettonici e i modellini tridimensionali …

 

 

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CLuzi intm

 

Nel gioco dei volumi della casa e nell’immersione nella natura il mio pensiero corre subito alla celebre Casa Kaufmann (1936-39), nota come casa sulla cascata, dell'architetto Frank Lloyd Wright Architettura organica

 

 

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Fallingwater, o Casa Kaufmann dal nome del suo proprietario, è stata progettata e realizzata sul ruscello Bear Run nei pressi di Mill Run, a circa 110 km a sud-est di Pittsburgh dall'architetto Frank Lloyd Wright. La villa, considerata uno dei capolavori dell'architettura organica, promuove un'armonia tra genere umano e natura e la creazione di "un nuovo sistema in equilibrio" tra l'ambiente costruito e l'ambiente naturale, che dialetticamente si relazionano divenendo parte di un unico interconnesso organismo architettonico.

 

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VILLA SASSI (XVII sec.) – Da sempre frequentata da principi, duchi, presidenti, famiglie reali e artisti, nel corso dei suoi 400 anni di vita non ha mai smesso di ammaliare.

È il 1860 e Camillo Benso conte di Cavour passeggia nelle sale e tra i filari del parco della dimora alla ricerca di una dimensione tranquilla, dove pensare al futuro del Paese. Di lì a poco, diventerà il primo Presidente del Consiglio dei Ministri.

Siamo nel 1952 e la famiglia Turati (proprietaria del marchio Carpano) acquista la Villa per renderla in breve tempo il salotto buono della Torino borghese, amato da intellettuali, politici e personaggi di spicco come Maria Callas, Helmut Newton e un giovane Avvocato Agnelli.

Nel 1966 il proprio ristorante Aime ottiene un riconoscimento importante: la prima Stella Michelin. Tre anni dopo sarà il primo ristorante 2 Stelle Michelin del Piemonte (tra i primi dieci in Italia). Tra i clienti di quegli anni, Presidenti della Repubblica, i duchi di Kent e tanti politici di spicco italiani.

Negli anni ’80, quando è ormai un punto di riferimento consolidato in fatto di ricettività, diventa il primo e unico Relais & Châteaux del Piemonte. Negli anni 2000, non di rado, accoglie i grandi nomi dello sport o di artisti di fama internazionale, come gli U2.

Oggi, dopo un attento e minuzioso intervento di restauro conservativo ad opera dell’attuale proprietà specializzata nel recupero di valori architettonici, Villa Sassi è tornata ai fasti di un tempo con contaminazioni di arte contemporanea. E’ la location ideale dove organizzare esclusivi eventi pubblici e privati.

La residenza è circondata da un parco secolare, in cui si respira l’atmosfera dei grandi balli e delle corti reali.

 

Patrizia Reviglio è il volto e l’anima di Villa Sassi. Fin dal 2017 – anno di acquisto della Villa da parte della GM Immobiliare – si è occupata di mantenere inalterato il fascino dei luoghi, seguendo da vicino il progetto di restauro conservativo, impreziosendo gli ambienti con pezzi icone del design italiano e con installazioni artistiche, a volte irriverenti, spesso uniche. Patrizia è presidentessa dell’ Associazione Culturale Alessandro Marena, una realtà che promuove il talento dei giovani artisti che terminano il loro percorso presso l’Accademia delle Belle Arti di Torino e incentiva nuove ricerche culturali in campo artistico e creativo, soprattutto in territorio piemontese.

 

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Il bancone del bar e la pubblicità di Armando Testa per Carpano, tra i passati proprietari …

 

 

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Cracking art in giardino

 

 

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Nel parco della villa la spettacolare pianta di oltre 400 anni …





VILLA REY, già il Prié (1637) e oggi sede ASI - Automotoclub Storico Italiano

 

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Tra le “vigne” - residenze collinari costruite in genere all’interno di un’area a vigneto - più ragguardevoli della cosiddetta Montagna di Torino - l’area collinare oltre il Po - è appartenuta ai Turinetti di Priero, ai Carron e poi ai Rey, da cui la denominazione attuale.

Sono chiaramente identificabili l’impianto originario del Seicento e l’innesto degli interventi settecenteschi ad opera dell’architetto Mario Ludovico Quarini (1736-1800), tra cui lo scenografico impianto dell’atrio con colonne, la nuova decorazione delle sale e della cappella affrescate nei delicati colori salmone-verdino e la sistemazione del fondale del parco.

L’austero progetto simmetrico a corpo centrale e ali non venne portato a termine …

Spogliata degli arredi nel 1920, passò al Comune di Torino nel 1933 …

E’ piacevolmente interessante scoprire che Villa Rey ha ospitato il primo campeggio d’Italia (1955) - Associazione Campeggiatori Turistici d’Italia.

 

 

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Piante secolari nel parco … dalla balconata la vista domina sulla città di Torino …

Una storia di attese e avvicendamenti porta Villa Rey a diventare la sede nazionale dell’ Automotoclub Storico Italiano. È il 2006. A quei tempi, il parco e parte della struttura facevano ancora da sede all’unico campeggio a Torino — chiuso bruscamente in seguito.

Lo stemma in facciata è quello della famiglia Turinetti di Priero

Nell’imponente atrio colonnato la sorprendente mostra

IL MITO DELLA FERRARI 250 GTO RIVIVE CON MODENART

inaugurata in occasione di Salone Auto Torino 2024.

 

 

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“Gli scultori della velocità” arrivano per la prima volta nella capitale mondiale del car-design e lo fanno con le opere dedicate all’iconica e leggendaria Ferrari 250 GTO. Vettura progettata da Giotto Bizzarrini e “vestita” dalla Carrozzeria Scaglietti di Modena, è stata prodotta in soli 36 esemplari dal 1962 al 1966 ed è oggi quella che ha contribuito maggiormente a consolidare il mito Ferrari: riunisce in sé il carisma della Granturismo alle prestazioni di una Sport e alla bellezza di una diva.



In mostra quattro opere: il “filone” tipico della manifattura dei maestri carrozzieri di Modena, fatto di tondini di ferro sagomati e saldati per avere ad un preciso riferimento di forma complessivo; la scocca della prima 250 GTO “Sperimentale” del 1961; quella della vettura definitiva presentata nel 1962 e quella della successiva evoluzione realizzata nel 1964.

L’esposizione mette in luce la bellezza del design automobilistico italiano, quello degli anni ’50 e ’60 del ’900, in cui arte e artigianalità si sono fusi grazie alla maestria dei carrozzieri che, a colpi di martello, hanno letteralmente scolpito i modelli più eleganti e vincenti della storia dell’auto sportiva. Le opere di ModenArt, considerate vere e proprie sculture di arte moderna, sono modellate interamente a mano da quelle stesse sapienti mani che realizzarono all’epoca gli originali.

ModenArt è il progetto che ha l’obiettivo di elevare a forma d’arte il lavoro artigianale dei battilastra: antico mestiere i cui maestri hanno contribuito ad impreziosire con la costruzione di auto che hanno scritto la storia e che sono esse stesse considerabili alla stregua di beni culturali.

Mentre il mondo del design e dell’automobile continua a evolvere, la collezione ModenArt ferma il tempo e testimonia la grandezza dell’artigianalità italiana.

 

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Campeggia nell’atrio la mascotte ASI : vettura Dion Bouton 63-72 attorniata da bici storiche a pedalata assisitita.

 

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Sala conferenze : nel soffitto l’uccisione di Medusa

 

 

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… con la mano guidata da Atena e guardandone il riflesso nello scudo per evitare di restare pietrificato, Perseo riuscì a decapitare Medusa: dalla ferita uscirono subito il cavallo alato Pegaso e il gigante Crisaore, i figli che la Gorgone aspettava da Poseidone …



La stratificazione degli affreschi del ‘600 e del ‘700

 

 

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In mostra opere pittoriche a tema automobilistico

 

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La sorpresa di un lacerto di tela olona : le vele dell’AMERIGO VESPUCCI,

la più bella nave del mondo, certificata ASI nel 2023.

 

 

ASI Vespucci

 



L’Automotoclub Storico Italiano ha certificato l’Amerigo Vespucci, iconica e prestigiosa nave scuola, nonché Unità Navale più antica tuttora in servizio nella Marina Militare Italiana.

Il Certificato di Identità ASI, corredato dall’immancabile “targa oro” che contraddistingue i mezzi storici omologati dall’Automotoclub Storico Italiano, è stato consegnato la mattina del 18 giugno 2023 dal Presidente Alberto Scuro al Comandante della Nave Capitano di Vascello Luigi Romagnoli, in occasione di una visita a bordo del “Vespucci” ormeggiato nella Base Navale di La Spezia.

La certificazione dell’Amerigo Vespucci, avvenuta attraverso la Commissione ASI Aeronautica Nautica e Motonautica, inaugura la neonata categoria “Motonautica e Vela” proprio in occasione dei vent’anni dalla nascita della suddetta Commissione.

Tra gli altri significativi veicoli storici appartenenti alle Istituzioni, dei quali ASI ne ha certificato l’originalità, vanno ricordate le quattro Lancia Flaminia del Quirinale ancora oggi utilizzate dal Presidente della Repubblica Italiana nelle parate ufficiali. 

 

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Cappella

 




Reportage fotografico by Barbara CARICCHI        

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